Militari e volontari a Lampedusa
con un tir carico di aiuti

Hanno appena fatto ritorno nella bergamasca i «Soccorritori volontari aiuti umanitari», reduci da una missione umanitaria a Lampedusa, dove hanno portato un tir carico di generi alimentari alla parrocchia dell'isola, che li distriubuirà alla popolazione e ai profughi.

Hanno appena fatto ritorno nella bergamasca i volontari dell'associazione «Soccorritori volontari aiuti umanitari» (Svau) reduci da una missione umanitaria a Lampedusa, dove hanno portato un tir carico di generi alimentari da destinare alla parrocchia dell'isola, che li distribuirà alla popolazione e ai profughi.

I volontari della Svau (che ha sede a Civitanova Marche ed è presieduta dal luogotenente dei carabinieri Roberto Frittelli) sono carabinieri in servizio nella Bergamasca, ma che hanno svolto la missione non in servizio nell'Arma, bensì utilizzando il proprio tempo libero. In accordo con don Stefano, parroco di Lampedusa, i volontari hanno raccolto generi alimentari, acqua, scarpe e vestiti e sono partiti alla volta dell'isola con il mezzo pesante.

Tra loro alcuni militari in servizio alla compagnia dell'Arma di Treviglio: Ivan Scelsa, Luciano Gialli, Federico Silvestri, Fausto Gialli, Fulvio Brevi, Nicola Gozzi e Luigi Loria. Volontari che sono da tempo impegnati sul territorio delle province di Bergamo e nelle Marche nelle attività di volontariato della Svau.

Durante il percorso i volontari hanno anche consegnato giocattoli e scarpe alla delegazione della Regione Sicilia (con sede a Palermo) del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio, con la quale la Svau collabora per la realizzazione di un ospedale in Uganda, sostenendone i progetti.

Riferisce il portavoce dell'associazione: «A differenza dei media, che puntano i loro riflettori soprattutto sui migranti, noi della Svau siamo sensibili nell'aiutare le popolazioni in difficoltà e non ci siamo dimenticati di Lampedusa che, seppure situata in una posizione estrema per l'Italia, è da noi sentita molto vicina. Comprendiamo infatti la difficile condizione che la posizione geografica e la situazione del momento comportano». Di qui la decisione di raccogliere gli aiuti e di portarli personalmente a Lampedusa, dove non è mancata la calorosa accoglienza della popolazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA