Posti letto per i «sub acuti»
Ecco la nuova distribuzione

Al sistema ospedaliero bergamasco sono bastati meno di tre mesi per definire positivamente il quadro provinciale dei 118 posti letto da destinare alle cure sub acute. L'Asl è riuscita a chiudere il cerchio disegnando la nuova distribuzione dei posti letto con grande equità.

Al sistema ospedaliero bergamasco sono bastati meno di tre mesi per definire positivamente il quadro provinciale dei 118 posti letto da destinare alle cure sub acute. Con un percorso condiviso e un'attenta regia, l'Asl di Bergamo - unica o quasi in Lombardia - è riuscita a chiudere il cerchio disegnando la nuova distribuzione dei posti letto con grande equità, soddisfacendo sia le esigenze (prioritarie) dei malati sia quelle degli ospedali del territorio. Il grafico qui a fianco riproduce chiaramente dove e in che misura sono stati riconvertiti i posti letto. In evidenza, gli Ospedali Riuniti che hanno messo sul tavolo 32 posti letto accreditati (anche se non effettivamente attivati).

Soddisfatto il direttore generale dell'Asl, Mara Azzi: «Abbiamo fatto presto e bene, coinvolgendo tutti in un percorso condiviso che, ancora una volta, ha dimostrato una grande responsabilità di tutti gli attori in campo. È un risultato importante perché siamo riusciti a distribuire i posti letto sul territorio con equità, in modo cioè che tutti i cittadini abbiano realmente la possibilità di accedere a questi posti letto».

Il risultato raggiunto - commenta il direttore dei «Riuniti», Carlo Nicora - «è positivo, e non solo per l'equità della distribuzione geografica raggiunta. Noi porremo particolare attenzione ai criteri e alle modalità di utilizzo di questi letti perché devono rappresentare un'opportunità per i pazienti più fragili. I nostri 32 letti non sono stati ceduti perché non servivano, ma sono stati messi a disposizione di tutto il sistema con l'idea di trovare una via di uscita più veloce per i pazienti anziani e fragili. Daremo anche un contributo di idee per il loro utilizzo, il monitoraggio e il tipo di rapporto, assolutamente biunivoco, che si dovrà instaurare tra i primari che dimettono un paziente e quelli che lo ricevono: non stiamo parlando di pacchi postali».

Parere positivo anche da parte dell'ospedalità privata, per bocca del presidente provinciale, Francesco Galli: «Siamo soddisfatti per il lavoro fatto con l'Asl per trovare una soluzione condivisa con tutto il sistema. La soluzione definita copre in maniera soddisfacente tutto il territorio della provincia, con una distribuzione di letti tra pubblico e privato che rispecchia sostanzialmente i criteri richiesti».

«Desta qualche perplessità - rileva Orazio Amboni, Cgil - l'eccessiva frammentazione. Sarebbe stato meglio creare nuclei più grossi, ma pare che nessuna azienda abbia voluto farsi carico dell'operazione a causa dell'incertezza sul futuro: non si sa se e quanto verranno pagati in futuro questi posti o se entreranno nel budget aziendale senza finanziamenti aggiuntivi».

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