Bergamo, sempre meno medici
In difficoltà anche gli ospedali

La nostra provincia – come pure l'intera Lombardia – rischia di trovarsi, entro cinque anni, con un 30% dei medici attuali in servizio in meno. Le nuove assunzioni decise dalla Regione non colmano i «vuoti».

Ospedali e Asl della Lombardia assumeranno nel 2011 complessivamente 3.233 nuovi dipendenti e nella Bergamasca ne arriveranno circa 300. Una notizia positiva nell'immediato per la sanità bergamasca, che non sposta però i termini di quello che in prospettiva si presenta come un grave problema: la nostra provincia – come pure l'intera Lombardia – rischia infatti di trovarsi, entro cinque anni, con un 30% dei medici attuali in servizio in meno.

E a trovarsi in sofferenza sarebbero non solo il territorio, con i medici di base, ma anche le specialità: per gli ospedali lombardi, Riuniti in testa per l'alta specializzazione, sarebbe una difficoltà non da poco.

La Bergamasca è allineata su questa previsione di «carestia»: é realistico prevedere una situazione di criticità nei prossimi cinque anni, dice il presidente dell'Ordine dei Medici di Bergamo, Emilio Pozzi. «E temo - aggiunge - che l'inversione di tendenza, ovvero un ritorno a un buon ricambio di medici tra quanti escono dal lavoro e quanti vi debuttano, non si potrà avere prima del 2040».

Su come si sia arrivati a questo allarme, Pozzi ha le idee chiarissime. «Diciamo che tutto è cominciato dal 1969, quando si diede l'accesso all'Università e a ogni facoltà con un diploma di qualunque scuola superiore: nei dieci anni successivi si è arrivati a una pletora di laureati, in particolare in medicina, che è sfociata in un surplus di professionisti negli anni Ottanta-Novanta».

Come fermare l'emorragia? Territorio, mondo politico e imprenditoriale e università, devono «parlarsi» altrimenti a coprire i posti vacanti dei medici italiani arriveranno i medici specializzati stranieri: indiani, asiatici, mediorientali.

Solo agli Ospedali Riuniti quest'anno saranno una trentina i medici specialisti a uscire dall'ospedale e il ricambio, a livello regionale, è molto più basso.

Il problema esiste anche per la medicina sul territorio. Guido Marinoni, segretario provinciale Fimmg Bergamo, Federazione italiana di medici di medicina generale, parla addirittura di un 40%, anche 45% di medici di base nella Bergamasca che entro il 2015 lascerà il lavoro, e con i rincalzi che sono meno della metà.

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