Yara, lettera di don Chino Pezzoli
«Il tuo martirio è seme di fiducia»

Don Chino Pezzoli, fondatore della Comunità promozione umana, domenica 29 maggio ha celebrato la Messa delle 11 a Brembate Sopra con il parroco don Corinno Scotti. Don Chino ha scritto una lettera per Yara.

Don Chino Pezzoli, fondatore della Comunità promozione umana, domenica 29 maggio ha celebrato la Messa delle 11 a Brembate Sopra con il parroco don Corinno Scotti. Don Chino ha scritto una lettera per Yara.  

«Carissima Yara, ieri hai ricevuto l'ultimo saluto da molte persone che hanno atteso il tuo ritorno tra i tuoi cari, che ti hanno cercato tra i campi, boschi e casolari abbandonati. Nella loro mente tutti, proprio tutti speravano che nessuno avrebbe infierito su di te, una ragazzina che lasciava trasparire dai suoi occhi le attese future più belle.

Non poteva la tua piccola storia subire un arresto, non doveva il tuo corpo atletico conoscere il terribile massacro. Anche le ricerche degli esperti escludevano la tua macabra fine. Vedi Yara, c'è in noi tutti una zona bella della nostra mente che non tollera il male, la brutalità, l'uccisione. Ci serve da rifugio per liberarci dal male, specie da quello che ci viene scaraventato in faccia all'improvviso come se fosse una palata di melma.

Difatti, per tre mesi, la nostra mente ti pensava viva, magari segregata da qualche maniaco, ma poi in possibilità di trovare il sentiero, la mulattiera del ritorno. Alla notizia del tuo corpo buttato come un oggetto qualsiasi nelle sterpaglie abbiamo avvertito un "freddo dentro" , un "gelo umano" che non ci è possibile sciogliere. Sì, perché ci sentiamo tutti meno umani, se un nostro simile è stato capace di tanto.

Quando s'inveisce sull'innocenza, l'umanità di tutti ne risente, viene compromessa da qualcosa di macabro che purtroppo c'è in noi. Non siamo fondamentalmente buoni, abbiamo bisogno di quella grazia che viene dall'alto che rafforza ed eleva. Tu Yara, non avevi ancora intravvisto questo "freddo" umano, solo quella sera del 26 novembre ti sei accorta mentre supplicavi invano di lasciarti vivere. E' terribile il "freddo" dell'anima! Ora che sei nella luce e calore di Dio, sii per tutti noi la "martire" che intercede su tutti quelli che hanno ucciso e potrebbero uccidere.

Abbiamo bisogno di una santa che prega, offre la sua piccola storia, il suo martirio, per liberarci dal "caino" che portiamo dentro. Io ti penso lassù accanto al Risorto che sussurri all'anima dei tuoi cari la certezza che la tua vita non muore. Per tre mesi gli esperti hanno cercato di rilevare le tracce lasciate sul tuo corpo dall'assassino. Quanta scienza e pazienza! Era però un corpo senza anima, un "cenere muto" che presentava i segni della violenza.

Questo corpo martoriato dall'assassino è tornato al tuo paese come una reliquia. Che bello, credere che a Brembate di Sopra è arrivata la tua reliquia Yara! È un dono grande, un segno santo di protezione per tutti. Si legge che è "un seme il sangue dei martiri". Anche il tuo martirio è un "seme" in mezzo alla tua gente, un "seme" di fiducia che mi fa mettere sulla tuo labbro quello che disse Anna Frank: "Vedo un mondo mutarsi lentamente in un deserto (…) Partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno, l'ordine, la pace la serenità". Lasciaci questa speranza, cara Yara, che questa "spietata durezza cesserà".

Oggi, il giorno dopo i tuoi funerali, sono nella tua parrocchia per battezzare Giacomo, una piccola creatura di pochi mesi. Ti ricorderò in ginocchio in questo spazio di Dio mentre pregavi e chiedevi a Gesù d'abbellire la tua giovinezza interiore. Ti chiedo di essere dal cielo la santa protettrice dei bambini, dei ragazzi e giovani, ne hanno tanto bisogno.

Sii anche per chi ti ha ucciso motivo di luce che rischiara la sua coscienza: cessi di nascondersi e senta il bisogno di costituirsi, di perdonarsi e farsi perdonare. Fa capire a lui che Dio è ricco di misericordia. Ti ringrazio Yara, ora tutti ti cerchiamo perché abbiamo bisogno di te, della tua grazia, della tua resurrezione».
Don Chino Pezzoli

© RIPRODUZIONE RISERVATA