amianto

Un impianto di trattamento pubblico per garantire un maggior controllo, tariffe convenzionate per il territorio più vicino all'impianto e soprattutto reinvestimento degli eventuali utili di gestione dell'impianto per la bonifica dell'eternit ancora presente nelle scuole, negli asili e negli altri edifici pubblici. «Solo in questi termini è possibile pensare a un impianto pubblico per il trattamento dell'amianto che affronti e risolva alla radice il problema. Un impianto da realizzarsi con il contributo delle migliori tecnologie, sicuro, controllato e che consenta alla Lombardia l'autosufficienza necessaria. E, altrettanto importante, basta con gli atteggiamenti preconcetti di chi non lo vorrebbe mai sul proprio territorio. Occorre necessariamente fare un passo avanti, per chiudere il cerchio».

Daniele Belotti, assessore regionale al Territorio e urbanistica, è intervenuto così oggi in apertura dei lavori al convegno su «Amianto, un problema tante soluzioni», a cui hanno partecipato Giosuè Frosio, presidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale, Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente, Stefano Apuzzo di Amici della Terra gaia Onlus e diversi tecnici delle amministrazioni e di operatori del settore. Sulla posizione espressa dall'assessore anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste che condividono la necessità di intervenire quanto prima, che si tratti di impianti e discariche, altrimenti i rischi per l'ambiente e la salute pubblica crescono.

«In questo modo - ha proseguito l'assessore - potremo anche evitare smaltimenti abusivi e illegali, che finiscono per alimentare le mafie e le associazioni criminali impegnate nel business della gestione illecita dei rifiuti».

Sulla stessa linea Damiano Di Simine, presidente regionale di Legambiente: «Poco importa che sia pubblico o privato - ha detto, in riferimento all'ipotesi dell'impianto -; è necessario però che il 'pubblico' presidi, controlli, effettui con regolarità gli opportuni monitoraggi. Il rischio della criminalità organizzata è reale. E' importante, inoltre, sfruttare in questo momento la leva economica del piano energia approvato dal Governo. Con gli incentivi vanno create le condizioni perché il privato possa sostituire l'amianto con il fotovoltaico».

«La soluzione concreta e realistica per avere la Lombardia sgombra dall'amianto - ha detto Stefano Apuzzo, di Amici della Terra gaia onlus - è la discarica controllata, una per provincia. Altre soluzioni rischiano di essere avveniristiche, anche per l'urgenza del tema. Occorre fare presto e reperire siti per lo smaltimento di 2 milioni e 800 mila metri cubi di materiale da inertizzare. Condivido, poi, la posizione dell'assessore Belotti sulla necessità di un'autonomia completa nel trattamento e conferimento dei materiali sul proprio territorio, i rifiuti non sono prodotti da esportare».

«Un altro vantaggio a favore dell'impianto pubblico è che in questo modo sarà la nostra regione a decidere - ha precisato Belotti - quale e quanto amianto trattare, se soltanto quello che abbiamo in casa o se anche quello proveniente da altre regioni».

Fortunatamente, ha sottolineato l'assessore regionale, «il terreno su cui avviare queste azioni è fertile: siamo una regione con raccolta differenziata da record, con un alto senso civico e una grande attenzione verso le tematiche ambientali».

«L'obiettivo è arrivare all'autosufficienza - ha concluso Belotti -, ad un federalismo dei rifiuti che deve andare di pari passo con la capacità di smaltire quel che buttiamo. Regione Lombardia deve sempre guardare avanti, raccogliendo il meglio di tutte quelle esperienze, soprattutto nordeuropee, in cui la gestione dei rifiuti - e quindi anche dell'amianto - rappresenta da tempo un'opportunità economica». (Ln)

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