Energia in cambio dell'uso della diga
Fara d'Adda e centrale in tribunale

Continua la contesa fra il Comune di Fara d'Adda e la Podini Holding spa, proprietaria della centrale idroelettrica di Cassano d'Adda. È stata rinviata al 13 luglio l'udienza al Tribunale superiore delle acque pubbliche per la discussione del ricorso.

Continua la contesa fra il Comune di Fara d'Adda e la Podini Holding spa, proprietaria della centrale idroelettrica di Cassano d'Adda, che si serve della diga Pora Ca' di Fara. È stata rinviata al 13 luglio l'udienza al Tribunale superiore delle acque pubbliche di Roma per la discussione del ricorso presentato dalla Podini contro la sentenza, risalente al gennaio 2010, del Tribunale regionale della acque pubbliche di Milano.

La società infatti è stata condannata a fornire di nuovo energia elettrica gratuitamente al Comune di Fara e anche a pagargli danni per circa 320.000 euro. «Siamo fiduciosi – afferma il sindaco Valerio Piazzalunga – che anche il Tribunale delle acque pubbliche di Roma alla fine ci darà ragione. Il problema è che non sappiamo quando riusciremo a ottenere quanto ci è stato riconosciuto». La fornitura gratuita di energia elettrica, secondo il testo unico sulle acque e impianti elettrici, è un diritto dei comuni rivieraschi in cambio dello sfruttamento delle acque del tratto di fiume che attraversa il loro territorio. Il Linificio canapificio nazionale, proprietario della centrale idroelettrica di Cassano prima della Podini, nel 1968 si era impegnato a cedere gratuitamente al Comune 167 mila kWh (chilowattora) all'anno che alimentavano l'illuminazione pubblica del paese. Nel 1996 però la centrale idroelettrica di Cassano aveva «staccato la corrente» al Comune che così, per non lasciare al buio il paese, si era visto costretto a rivolgersi all'Enel.
A questo punto era iniziata la contesa giudiziaria che ha visto fino ad ora sempre prevalere il Comune.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 4 giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA