«Aprire la  caccia al cinghiale
per salvare le aziende agricole»

Aprire la caccia al cinghiale in forma organizzata per contenerne la presenza ed evitare che possa creare danni alle aziende agricole. La proposta ha fatto il pieno di consensi in Valle Brembana e in Valle Imagna.

Aprire la caccia al cinghiale in forma organizzata per contenerne la presenza ed evitare che possa creare danni alle aziende agricole. La proposta, emersa nel corso di un'assemblea organizzata dalla Federcaccia di Sedrina, ha fatto il pieno di consensi e di firme apposte dalle doppiette della Valle Brembana e della Valle Imagna in calce a una lettera inviata alla Provincia e all'Ambito territoriale di caccia Prealpino.

All'assemblea hanno partecipato, oltre al presidente sodalizio sedrinese Gianfranco Fustinoni, Silvano Sonzogni segretario dell'Atc Prealpino e il consigliere provinciale Matteo Malighetti.

«Vista la presenza del cinghiale sul Canto Alto e sul monte Ubione, certificata dagli abbattimenti della polizia provinciale – ha sostenuto il presidente Fustinoni – proponiamo di aprire la caccia in forma organizzata per contenere la popolazione ed evitare che l'eccessiva presenza di animali possa creare danni alle aziende agricole».

Numerosi gli aspetti analizzati insieme alla proposta: primo fra tutti quello di impostare le tecniche di controllo garantendo la massima sicurezza e il minimo disturbo alla fauna e alle altre forme di caccia già praticate.
«Si proporrà alla Provincia di istituire un'area sperimentale di gestione del cinghiale in cui mettere in pratica varie tecniche di controllo – ha precisato Sonzogni –. L'obiettivo è quello di contenere l'espansione incontrollata del suide».

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