I bergamaschi e la sicurezza:
tranquilli in casa, impauriti in strada

«Fai centro con la sicurezza». Si intitola così il convegno in programma sul Sentierone venerdì 10 giugno alle 18.
Da un questionario distribuito tra il pubblico emerge che i bergamaschi si sentono al sicuro in casa ma non per strada.

«Fai centro con la sicurezza». Si intitola così il convegno in programma sul Sentierone, nella tensostruttura del quadriportico, venerdì 10 giugno alle 18. A organizzarlo l'Aips, l'Associazione installatori professionali di sicurezza, che dal 6 giugno ha dato il via a Bergamo alla seconda edizione della Settimana della sicurezza anticrimine. L'obiettivo della manifestazione è  fare prevenzione e informazione ai cittadini in previsione delle vacanze estive.

È stato preparato un questionario per capire quanto si sentono sicuri i bergamaschi sul loro territorio e nelle loro case e quali siano i timori ricorrenti. Secondo i primi risultati (970 questionari), rispetto allo scorso anno il 20% dice che la sicurezza a Bergamo è peggiorata mentre secondo il 49% è uguale e per il 9% è migliorata. A casa loro i bergamaschi si sentono abbastanza sicuri per il 64%, poco per il 14% e molto per il 13%. La paura cresce in strada: camminando nel proprio quartiere gli intervistati hanno paura: se il 45% dice di sentirsi abbastanza sicuro, il 33% risponde poco e il 12% per niente. Solo il 7% risponde molto.

Quali sono le cause che generano insicurezza e allarme sociale? Al primo posto per gli intervistati è l'aver subìto un furto o un tentativo di furto o scippo (20%), a pari merito con la presenza degli extracomunitari. A seguire i furti avvenuti nel vicinato.

«I dati in questione sono in piena sintonia con le classiche paure ataviche del cittadino che sono il buio e il diverso», ha detto Carlo Saffioti, consigliere regionale e coordinatore regionale del Pdl. Secondo Matteo Rossi, consigliere provinciale del Pd, «la città mantiene un livello di sicurezza accettabile. Siamo di fronte però al fallimento delle politiche che sono state cavalcate in campagna politica per ricavarne consenso elettorale senza dare risposte concrete».

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