Saffioti (PdL): «Un segnale
da non sottovalutare»

«L'esito del referendum non è un fallimento per il Centrodestra. Tuttavia, è un segnale da non sottovalutare: dobbiamo voltare pagina per non trasformarlo in una sconfitta». Carlo Saffioti, coordinatore provinciale del Popolo della Libertà, commenta così la notizia del raggiungimento del quorum nei referendum appena conclusi.

«Dobbiamo cambiare – sottolinea Saffioti – il campanello d'allarme sono state le amministrative. Si è perso il feeling con gli elettori, per recuperarlo è vitale non solo cambiare a livello organizzativo, quanto cambiare linguaggio e metodo: meno risse, meno “ismi”, meno autoreferenzialità e, soprattutto, fare di più. Anche il Premier deve cambiare, a partire dal modo in cui si relaziona con l'opinione pubblica. Di fronte alle difficoltà in cui si stanno dibattendo gli italiani servono più sobrietà e soprattutto più concretezza».

Quanto al merito dei referendum, Saffioti dice: «Rispetto la scelta dei cittadini, ma a essere penalizzata è l'Italia. Dopo che la moratoria del Governo ha bloccato la realizzazione di impianti nucleari, ora si esclude anche qualsiasi possibilità di fare ricerca nel settore. Soprattutto, sull'acqua la vittoria del “sì” significa mantenere tutte le inefficienze della gestione pubblica, quando invece c'è bisogno di investire per risistemare gli acquedotti e introdurre nuove tecnologie. Il referendum preclude ogni possibilità di reperire risorse private per andare in questa direzione, con in più il rischio (come accaduto in Puglia) di episodi di corruzione». Quanto al legittimo impedimento, dopo le modifiche apportate dalla Corte Costituzionale il voto referendario è diventato «un fatto di scarsissimo peso».

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