Polemica sui cartelli «Bèrghem»
E Vertova si smarca dai colleghi

Come prevedibile, la ricomparsa dei cartelli «Bèrghem» in città scatena la reazione del centrosinistra. Una reazione scontata, ma che riserva comunque una piccola sorpresa. Pietro Vertova, a sorpresa, si smarca dai colleghi di minoranza.

Come prevedibile, la ricomparsa dei cartelli «Bèrghem» in città scatena la reazione del centrosinistra. Una reazione scontata, ma che riserva comunque una piccola sorpresa. Il primo a intervenire via mail poco prima dell'una di notte, tra giovedì e venerdì, è infatti Pietro Vertova che, a sorpresa, si smarca dai colleghi di minoranza con una posizione che se non è proprio a favore, non è nemmeno del tutto contraria: «I cartelli – scrive il consigliere comunale dei Verdi – comunicano un messaggio ambiguo. Da un lato valorizzano radicati sentimenti di appartenenza alla città; dall'altro possono indurre percezioni di esclusione per chi arriva da fuori Bergamo e ancora deve costruire i suoi legami sociali. Per togliere ogni dubbio occorre aggiungere – e lo faremo – la dicitura “In questa città nessuno è straniero”».

Va giù decisamente più duro, qualche ora più tardi, il resto dell'opposizione: «Una brutta iniziativa già vista e già criticata perché rappresenta un segnale di chiusura verso il mondo esterno – commenta Roberto Bruni, con Elena Carnevali, Vittorio Grossi e Giuseppe Mazzoleni – questa volta l'operazione è aggravata dal fatto che viene attuata mentre sono in corso le celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, mai digerite dalla Lega, e da una scarsa trasparenza visto che i cartelli sarebbe stati donati da una persona ignota. Ci chiediamo a questo punto se, in giorni in cui il Comune è in cerca di sponsor per la manutenzione del Campanone e persino per l'assistenza ai disabili, non sarebbe potuto persuadere l'ignoto mecenate a spendere più utilmente i suoi soldi». Non solo: «Politicamente – aggiungono i consiglieri di minoranza – bisogna sottolineare come la Lega, in un momento di grave crisi della colazioni di centrodestra, non trovi di meglio da fare che rifugiarsi nella propaganda identitaria, mentre il Pdl, sindaco in testa, è costretto a subirne ancora una volta le iniziative. Aggiungiamo, infine, che non intendiamo comunque sollevare la questione in Consiglio comunale perché davvero, di fronte a questa iniziativa, non vi è altro da dire e perché ben altre questioni andrebbero trattata in quella sede se solo la maggioranza di centrodestra avesse finalmente le capacità di affrontarle».

La controreplica della maggioranza, e in particolare della Lega, non si è fatta attendere. «I cartelli, installati durante l'amministrazione Veneziani, erano stati tolti con un blitz “ferragostiano” come primo atto del sindaco Bruni e senza nessuna consultazione della Giunta e del Consiglio – si legge in un comunicato stampa firmato dal capogruppo dello stesso partito in Consiglio comunale Alberto Ribolla -. L'anno scorso, ad aprile, il Consiglio comunale aveva approvato un ordine del giorno che invitava l'amministrazione a promuovere una serie di iniziative per valorizzare la cultura e la lingua locale, tra cui segnaletica e toponomastica. L'ordine del giorno si richiamava allo statuto comunale e ai suoi principi. L'allestimento è avvenuto tra l'altro senza alcuna spesa per il Comune, in quanto le stesse targhe sono state donate interamente da un privato». Che per il momento resta anonimo.

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