Scoperto in centro a Seriate
il mercato nero dei posti letto

Al piano terra di via Tasca 6, nel centro storico di Seriate, per entrare basta citofonare. Non sappiamo chi ci apre il cancello, ma una volta varcata la soglia, nell'ex vetreria sulla sinistra può accedere chiunque, perché non esistono porte.

Al piano terra di via Tasca 6, nel centro storico di Seriate, per entrare basta citofonare. Non sappiamo chi ci apre il cancello, ma una volta varcata la soglia, nell'ex vetreria sulla sinistra può accedere chiunque, perché non esistono porte. Ed è lì che si assiste a una scena disumana: affittata o occupata, non è dato sapere, l'ala di questo palazzo diroccato è abitata, senza che abbia la minima parvenza di agibilità.

Saliamo le scale del ballatoio. Cartelli con le «regole condominiali»: pulire la propria parte di pianerottolo, separare l'immondizia, tenere basso il volume della radio. All'ultimo piano ci accoglie Hela, tunisina di 23 anni, un viso bambino, sorridente come quello dei suoi due pargoli riccioli, che giocano tra sacchi di immondizia. Vive qui da un anno per 350 euro al mese, dichiara. Dice che sono in quattro, solo lei e la sua famiglia, ma nell'unica stanza da letto, oltre a un matrimoniale, ci sono una serie di materassi accatastati.

Al numero civico vicino si fa incontro un nugolo di nigeriane. Dicono di abitare qui, in due, di non fare niente di male. Ci fanno vedere la porta murata di un edificio accanto, e un ballatoio «dove, fino a poco tempo fa, dormiva pure quell'uomo che ha massacrato di botte un'italiana». Il fatto risale agli inizi di giugno: un marocchino ha aggredito la donna in una casa abbandonata di corso Roma, un po' più lontano da qui. Si avvicina un omone che ci allontana scocciato. «È lui che gestisce il giro», ci segnala un vicino. Quale giro? «Di prostituzione. Le caricano qui, le nigeriane, e poi le smistano in tutta la provincia». Da via Colombo a piazza Bolognini, passando per via Decò e Canetta, questo quartiere di Seriate, alle 17, sembra un suk arabo o un sobborgo africano. Ogni corte ha la sua «nazionalità»: Nigeria, Ghana, Egitto, Tunisia, Pakistan.

Dicono tutti di essere venuti da fuori (Ponteranica, Berbenno, addirittura Verona), di essere venuti a trovare dei conoscenti e di essere loro ospiti. Un modo per allontanare il sospetto di vivere tutti sotto lo stesso tetto, quando questo tetto non potrebbe accoglierli. Perché è di notte che si scatena il «mercato dei materassi». Si dorme nelle autorimesse, sui ballatoi, sui divani messi nei cortili, finché c'è posto sul pavimento. «In quanti vivete qui?», chiediamo in ogni corte. «Tre, quattro per appartamento», rispondono tutti. «Quanto pagate di affitto»? «200 o 350 euro al mese», è la versione ripetuta quasi a memoria, come se avessero ricevuto istruzioni ben precise.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 21 giugno

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