«Zingonia, dateci una mano»
Ciserano scrive a Berlusconi

Una provocazione? «No, una cosa seria. Senza fondi non andiamo da nessuna parte...». Enea Bagini, sindaco di Ciserano, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi perché arrivino finalmente i finanziamenti promessi per il rilancio di Zingonia.

Una provocazione? «No, una cosa seria. Senza fondi non andiamo da nessuna parte...». Enea Bagini, sindaco di Ciserano e di quella porzione di territorio in cui si trovano i palazzoni Anna e Athena, da tempo simbolo del degrado e di tutto quello che non va a Zingonia, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (e per conoscenza ai parlamentari bergamaschi) perché se ne arrivi finalmente a una sui finanziamenti promessi per il suo rilancio.

«Che cosa chiediamo? Di darci una mano - spiega Bagini -. Ci erano stati promessi dalla Regione 5 milioni con i Fondi Fas (i fondi per le aree sottosviluppate ndr) che purtroppo non sono mai arrivati, anzi a quanto pare non arriveranno mai».

Non che negli ultimi due anni non si sia fatto nulla. Amministratori e forze politiche si sono mobilitate, ci sono stati vertici, incontri anche con gli imprenditori della zona. Tutti sono al lavoro, Comuni, Provincia e la Regione che sta predisponendo tramite Infrastrutture lombarde il masterplan, il progetto di rilancio che prevede l'abbattimento delle torri e la riqualificazione dell'area.

«Ma di fondi non c'è traccia», punta il dito il sindaco che i problemi di quelle torri li conosce alla perfezione. E sì che di potenzialità a Zingonia ce ne sono. Bagini lo ha scritto al presidente Berlusconi: «Le chiedo di intervenire - così si conclude la lettera - così come ha saputo fare per Lampedusa, a finanziare il nostro progetto, garantendole che i fondi non saranno utilizzati per spot pubblicitari o concerti, ma per risolvere un'annosa questione e per garantire un futuro all'area che non vive di turismo solo qualche mese all'anno, ma produce ogni giorno occupazione e garantisce alle nostre famiglie di poter vivere dignitosamente e nella piena legalità».

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