La tragedia del fiume Oglio
Il papà: un dolore indescrivibile

La comunità kosovara di Calcio si è stretta intorno a Behxhet Zeneli, distrutto dal dolore per la perdita della moglie Mehreme e di Ermal, il secondo dei suoi tre figli (Agonis di 9 anni è l'altro figlio che è scampato all'annegamento).

La comunità kosovara di Calcio si è stretta intorno a Behxhet Zeneli, distrutto dal dolore per la perdita della moglie Mehreme e di Ermal, il secondo dei suoi tre figli (Agonis di 9 anni è l'altro figlio che è scampato all'annegamento).

Davanti al condominio di via Roncaglie 8 dove l'uomo abita da alcuni anni e da soli tre mesi è stato raggiunto da tutta la sua famiglia, si sono radunate una ventina di persone. Behxhet Zeneli nonostante l'angosciante momento ha avuto la forza per ricordare i suoi cari: «Ho perso moglie e figlio in un solo momento. È una disgrazia che non si può descrivere – ha detto il muratore kosovaro – anche perché per noi stava iniziando una vita nuova e avevamo tanti progetti per la testa, che ora non potremo più realizzare. Dovrò crescere gli altri miei due figli e questa è l'unica cosa che mi dà forza».

Nell'appartamento posto al primo piano dell'edificio ieri sera c'erano gli altri due figli del muratore, il fratello e alcuni parenti. A portare parole di conforto alla famiglia Zeneli anche alcuni vicini di casa italiani che avevano avuto in questi tre mesi di apprezzare Mehreme, che faceva la casalinga e i suoi tre figli. «Erano venuti qui a Calcio poco tempo fa, ma è bastato per comprendere la loro gentilezza e discrezione – ha raccontato un'inquilina del condominio – e soprattutto la gioia di essersi ricon giunti al capofamiglia».

I tre bambini avevano avuto l'opportunità di frequentare le scuole e concludere a Calcio l'anno scolastico. «Ermal aveva frequentato la prima media e da subito si era integrato – ha raccontato una coetanea connazionale – mi aveva detto che con l'anno scolastico prossimo avrebbe fatto di tutto per migliorarsi e soprattutto imparare bene l'italiano. Continuava a ripetere che qui stava meglio che in Kosovo e doveva perciò costruire a scuola il suo futuro, impegnandosi a costo di tanti sacrifici. Purtroppo non è riuscito a realizzare i suoi desideri e questo mi dispiace perché Ermal era buono, generoso e capace».

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