Lega, Bossi alla festa di Romano:
Stucchi capogruppo tra un mese

«Giacomo... Vieni qui». Si chiude così, con una investitura pubblica dal palco di Romano di Lombardia, un capitolo della vicenda che due settimane fa aveva fatto sudare freddo mezza Lega e pure qualcosa di più. «Giacomo Stucchi sarà il capogruppo alla Camera.

«Giacomo... Vieni qui». Si chiude così, con una investitura pubblica dal palco di Romano di Lombardia, un capitolo della vicenda che due settimane fa aveva fatto sudare freddo mezza Lega e pure qualcosa di più. «Giacomo Stucchi sarà il capogruppo alla Camera. Fra un mese.

«E, Giacomo, non ti invidio perché è un lavoro duro...». Umberto Bossi chiama il deputato bergamasco, che sta già sul palco ma nella retrovia. Lo chiama e lo indica alla gente che sotto la ribalta è tutta uno sventolio di bandieroni.

Sono evidentemente parole di peso, perché Stucchi chiamato a prender parola lo si vede emozionato: «Non sono abituato...». Non che sia uno di primo pelo. E che quello che ci sta dietro è una vicenda complicatissima. Ma è un attimo, e Stucchi va via dritto sulla linea del Carroccio in Consiglio dei ministri.

E come parlando anche lui, da suo canto, a chi ha avuto da dire su presunti scricchiolii interni, scantona: «La linea in Consiglio è una linea chiarissima in difesa della Padania. Ed è una linea che punta a quanto è stato chiesto a Pontida». «Giacomo sarà capogruppo fra un mese», dice Bossi.

E fra i cronisti scattano i taccuini: «Allora Reguzzoni...». Marco Reguzzoni dovrebbe a questo punto lasciare l'incarico a Montecitorio un po' prima di quanto era stato detto (cioè dicembre), data ipotizzata e pure con il beneficio del dubbio vista la maretta. Maretta e dubbi che adesso pare non ci siano più.

Spazzati via dal palco della festa della Lega di Romano a cui il Senatùr ha partecipato. La vicenda sullo sfondo è quella del cerchio magico e dei colonnelli che - se resta tutto da vedere l'esito sul lungo periodo - sabato sera ha visto Bossi in persona mettere una pietra sopra la questione del gruppo parlamentare.

Quella che aveva fatto finire nell'occhio del ciclone pure Giacomo Stucchi. Lui, il deputato bergamasco indicato dai maroniani (49 su 59 deputati) come nuovo capogruppo al posto del varesino Marco Reguzzoni, che invece è in quota «cerchio». Erano volati anche commenti pesanti, con Bossi a mettere in riga Maroni («Non gli va bene Reguzzoni? Peggio per lui») e pure su Stucchi, indirettamente : «Reguzzoni? Ho scelto - aveva detto Bossi - uno esperto...».

Peró dopo che già Roberto Calderoli era intervenuto confermando stima nel deputato orobico, ieri fine della questione. Ma le vicende interne della Lega sono state solo un passaggio lampo del discorso di Romano. Perché Bossi è tornato a parlare di rifiuti: «Devono stare a Napoli, l'abbiamo detto. Ci volevano un po' fregare, ma io Calderoli li abbiamo fermati, anche se il presidente della Repubblica ha firmato e ha detto che quanto fatto non è abbastanza. Ma la sua - ha aggiunto il Senatùr - è concorrenza sleale... Perché lui è napoletano».

Capitolo pensioni: «Quelle delle donne non si toccano fin dopo il 2030. Un passaggio con i giornalisti l'ha fatto sulle tasse. Le abbasserà il governo? «Sí, abbiamo già preparato il passaggio con i limiti entro cui agire». Ma molto Bossi ha parlato di missioni estere, quelle che ieri sono costate una nuova vittima, fra i soldati italiani in Afghanistan.

«Abbiamo tanti uomini in giro, costano un sacco di soldi. E non vedo quale principio stiamo difendendo». Il leader leghista ha sottolineato come l'Italia abbia «uomini in Libia, in Afghanistan e ogni tanto ne muore anche qualcuno. Quando Berlusconi ha parlato con l'inviata americana ha detto: li porto a casa gli uomini anche dall'Afghanistan».

Una cosa che Bossi ha detto di sapere, «perché all'incontro c'era anche mio figlio Renzo». «Io e Calderoli - ha aggiunto Bossi - abbiamo fermato anche i soldi per la guerra, li abbiamo bloccati. Abbiamo speso un miliardo di euro per qualche bombardamento stupido: per un miliardo Berlusconi poteva vincere a Milano e abbassare le tasse. Basta guerre. Costano troppo. Le guerre finiscono quando finiscono i soldi».

Anna Gandolfi

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