Il pellegrinaggio: «Con la sofferenza
Dio ci ha rivelato il suo amore»

La Spianata delle moschee a Gerusalemme, il Muro del Pianto. E poi l'inizio del percorso più importante per i pellegrini che sono partiti da Bergamo giovedì scorso e che martedì hanno toccato il culmine del loro viaggio, come ha detto il vescovo Beschi.

La Spianata delle moschee a Gerusalemme, il Muro del Pianto, le preghiere degli Ebrei, i bambini che per la prima volta si presentano al Tempio, il canto dei padri, le musiche tradizionali, la festa. E poi l'inizio del percorso più importante per i pellegrini che sono partiti da Bergamo giovedì scorso e che martedì hanno toccato il culmine del loro viaggio, come ha detto il vescovo Francesco Beschi nella Messa del pomeriggio.

In mattinata, nelle stradine della città antica, i trecentocinquanta pellegrini hanno percorso la Via Crucis, si sono fermati nelle piccole chiese allestite nei luoghi degli episodi più importanti, le cadute di Gesù, l'aiuto di Simone di Cirene, il gesto della Veronica...

Poi, nel primo pomeriggio, l'ingresso nella basilica che custodisce il Santo Sepolcro, lo sperone di roccia posto sopra la cava abbandonata, a poca distanza dal Sepolcro: il Calvario.

Tutto dentro la basilica costruita dai Crociati inglobando la parte superstite della basilica di Costantino, con ripide scale che salgono e scendono, candelabri fumanti, mosaici, profusione di lampadari e lucerne, profumi.

Poi la visita a una tomba del tempo di Gesù custodita in una cappella dai cattolici siriani e quindi l'attesa per entrare là dove è custodito il Sepolcro dove Gesù venne sepolto grazie alla generosità di Giuseppe di Arimatea.. La sofferenza, il dolore, la discesa agli inferi di Gesù. E poi la Resurrezione.

«Ma – ha detto il vescovo durante la Messa nella chiesa di San Salvatore della Custodia di Terrasanta nel pomeriggio – se Dio può tutto, perché tutto questo? Perché tutto questo ci ha rivelato il suo amore, il suo volto».

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