Cai: anche Merelli e Moro
alla conquista delle 150 vette

Saranno almeno Mille, come si conviene alla ricorrenza, in partenza da Bergamo e provincia proprio come 151 anni: non sul mare, questa volta, ma in montagna alla conquista di 150 vette, tante quante sono gli anni di unità compiuti dall'Italia.

Saranno almeno Mille, come si conviene alla ricorrenza, in partenza da Bergamo e provincia proprio come 151 anni: non sul mare, questa volta, ma in montagna alla conquista di 150 vette, tante quante sono gli anni di unità compiuti dall'Italia.

«Una grande cordata per salire tutti insieme e celebrare il nostro Paese» dice Paolo Valoti, presidente della sezione Cai più grande d'Italia (quella di Bergamo con i suoi 10 mila soci) fino ad aprile, ora non meno impegnato «perché nel mondo del volontariato è così».

E proprio così un anno fa è nata l'idea di questa ascensione collettiva che, domenica prossima, porterà il tricolore su 150 vette delle Orobie, terra di consensi leghisti non meno che di entusiasmi patriottici: dalla più alta, i 3.052 metri del Pizzo Coca, alla più raggiungibile, gli 895 del Monte Ubione.

All'organizzazione della grande giornata, con la sezione «madre» di Bergamo che ha il suo cuore al Palamonti, hanno collaborato da tutta questa provincia dove il richiamo della montagna si sente anche in pianura (per esempio la sezione di Urgnano, paese che non conosce nemmeno la collina, ieri ha festeggiato i suoi vent'anni «allenandosi » con la salita di altrettante vette): Albino, Alzano Lombardo, Ardesio Alta Valle Seriana, Bergamo, Brignano Gera D'Adda, Cisano Bergamasco, Clusone, Gazzaniga, Leffe, Lovere, Nembro, Piazza Brembana, Ponte San Pietro, Romano di Lombardia, Sarnico, Trescore Valcavallina , Treviglio, Urgnano, Valcalepio, Valgandino, Valle di Scalve, Valle Imagna, Valserina, Vaprio D'Adda, Villa D'Almè, Zogno, Valcalepio e Sarnico.

In tutto il Cai Bergamasco sono oltre 14 mila soci «per una montagna alla portata di tutti, delle famiglie che camminano piano, degli alpinisti e degli sportivi che si misurano con le imprese più difficili »: una tradizione che, sulle Orobie, ha portato all'Alpe Corte il primo rifugio «senza barriere», con ascensori e scivoli per i disabili e tanti sentieri che mettono prati e boschi alla portata anche di chi si muove con difficoltà.

E ha portato, contemporaneamente, la Skyraid che si tornerà a correre il 17 luglio, una settimana dopo le «vette d'Italia», una straordinaria cavalcata «a fil di cielo» in omaggio esclusivo alla Presolana, ribattezzata la regina delle Orobie.

Chi salirà domenica prossima? In mille, certo, molto probabilmente più di mille. La segreteria ha il suo bel da fare a smistare alpinisti, richieste e proposte. Ci saranno i re degli Ottomila Mario Merelli e Simone Moro, ci sarà anche Mario Curnis, conquistatore dell'Everest a 65 anni, un'impresa mai prima compiuta. Sono invitate le autorità, Regione, Provincia, Comune: magari al Monte Canto, il monte-simbolo di Bergamo e la vetta più alta del Parco dei Colli di Bergamo.

Si è allenato bene Carlo Saffioti, presidente del Comitato regionale per il 150? dell'Unità d'Italia: vorrebbe fare una delle cime intorno al rifugio Tagliaferri, ma «mi adeguerò alle indicazioni del Cai». Per tutti, una volta in vetta, sarà d'obbligo la foto con la maglietta bianca e il logo della manifestazione: la prova dell'avvenuta conquista da portare a valle.

Al Palamonti (www.caibergami.it ) il Cai offre tutte le informazioni ma, ancora in pianura, un altro «infopoint della montagna» apre i battenti all'Oriocenter, il tempio dello shopping che - grazie ai voli a basso costo - attira anche gli inglesi. «Niente di strano - dice il presidente Giancarlo Bassi. - L'idea è di offrire un punto di raccordo fra pianura e montagna. Mettere insieme turismo e commercio, e non solo per questa, ma per tutte le manifestazione legate al Cai e alla montagna».

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