Il caso Osti e il sito web
«Non fu diffamazione»

Assolti perché il fatto non costituisce reato: è stato questo l'esito venerdì mattina dell'udienza preliminare davanti al giudice Raffaella Mascarino. Udienza che vedeva accusati di diffamazione a mezzo stampa l'ex direttore de L'Eco di Bergamo Ettore Ongis e i responsabili (uno dei quali nel frattempo si è dimesso) di due siti web bergamaschi, e presunta vittima Carlo Osti, ex ds dell'Atalanta.

Oggetto del contendere la notizia, proveniente da Taranto e lanciata dall'Ansa, del rinvio a giudizio di Osti per truffa nell'ambito di un'inchiesta su presunte erogazioni indebite ottenute da alcuni degli indagati a titolo di contributi federali, quando Osti era ds del Treviso, pubblicata su www.ecodibergamo.it e sugli altri due siti bergamaschi l'11 marzo 2010.

Pur essendo vera la notizia del rinvio a giudizio per truffa, Osti contestava come diffamatori alcuni dettagli pubblicati, quelli in particolare che facevano intendere truffe ai danni di calciatori e vendite simulate (in calce alla notizia era comunque presente il comunicato dell'Atalanta che escludeva queste accuse per Osti).

Per la presunta diffamazione era già arrivata una richiesta di archiviazione dalla Procura, respinta però dal gip, con imputazione coatta per i tre indagati, discussa ieri e terminata con l'assoluzione. Il gup sembra aver accolto di fatto la tesi sostenuta dai difensori, gli avvocati Luciano e Andrea Pezzotta, Enrico Mastropietro e Cesare Di Cintio, non entrando quindi nel merito dell'eventuale diffamazione: in sostanza i difensori hanno sostenuto che per i siti web non vale la normativa sulla diffamazione a mezzo stampa, riservata a giornali e periodici a stampa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA