Per l'estate in arrivo 42 postini
I sindacati: organico insufficiente

È estate e per i lavoratori di Poste Italiane si rinnovano - scrivono i sindacati - i problemi di sempre. A Bergamo arriveranno circa 42 portalettere da distribuire sui 13 centri di recapito della provincia. Ma i servizi sono tanti e il personale resta troppo scarso.

È estate e per i lavoratori di Poste Italiane si rinnovano i problemi di sempre. Scrivono i sindacati: «Nei giorni scorsi, grazie all'impegno delle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, Confsal e Ugl, si era riusciti a definire un accordo con l'azienda a livello regionale per l'assunzione di circa 600 lavoratori da assegnare al settore del recapito, garantendo così ai dipendenti  di poter andare in ferie senza doversi sobbarcare in modo eccessivo, e come sempre succedeva negli anni passati, la distribuzione della corrispondenza anche dei colleghi assenti, assicurando così un servizio adeguato e continuo alla clientela di Poste Italiane».

A Bergamo arriveranno circa 42 portalettere da distribuire sui 13 centri di recapito della provincia. «Pur non conoscendo quale sarà la distribuzione di questi 42 postini sui centri di recapito – dice Gabriella Tancredi, segretario generale di Slp Cisl -, possiamo certo sottolineare che, anche se questi numeri non si erano mai visti sulla provincia di Bergamo nel periodo estivo, in Bergamo e provincia ci si aspettava un “contingente” appena più alto, che oggi, a distanza di oltre 10 giorni dalla definizione dell'accordo, i quantitativi previsti non sono stati ancora compiutamente realizzati, provocando già i primi disagi sia ai lavoratori che alla clientela».

Ma se nel settore del recapito - scrive la Cisl - diverse sono le soluzioni che le organizzazioni sindacalii hanno definito e che l'azienda non deve fare altro che attuare in breve (trasformazione dei part time in full time, ad esempio), il settore che comincia a risentire in modo significativo della carenza di personale è senza dubbio il settore dei servizi finanziari effettuati presso gli uffici postali. 

Dopo aver verificato - prosegue - che il processo di sportellizzazione di personale applicato al recapito, che avrebbe dovuto portare agli sportelli degli uffici postali personale in eccedenza nel recapito, non ha portato un quantitativo di risorse sufficiente neanche a coprire il turn over che da anni l'azienda continua ad incentivare,  Poste Italiane ha dovuto trovare nuove soluzioni per compensare una carenza di personale negli uffici postali sempre più grande e fortemente significativa soprattutto nella nostra provincia bergamasca.

«Già oggi – continua Tancredi - Poste si è attivata per realizzare un piano, definito a livello nazionale, di chiusura in alcuni giorni della settimana degli uffici postali con un basso livello di redditività, questo per recuperare del personale da applicare in altri uffici a più alta redditività ed assicurare comunque, anche se a solo in alcuni giorni della settimana, il servizio alla collettività. Con il consueto senso di responsabilità, che contraddistingue la Cisl e la nostra categoria che rappresenta i lavoratori del mercato postale, si è concordato con l'azienda Poste questo piano di razionalizzazione degli orari di apertura degli uffici postali che però si sta rilevando, proprio all'inizio della stagione estiva, del tutto insufficiente a risolvere il problema della carenza di personale e della necessità di assicurare una serie di servizi per la collettività e l'apertura degli uffici postali nei piccoli comuni delle nostre valli.
Altra soluzione Poste Italiane non è riuscita a trovare, obbligando i colleghi applicati negli uffici al forte disagio di distacchi continui in altri uffici diversi da quello di applicazione. Con un conseguente dispendio di risorse da parte dell'azienda per il pagamento dell'indennità di trasferta ai colleghi obbligati a girovagare fra gli uffici della provincia ( a Bergamo circa 300) per assicurare l'apertura quotidiana degli uffici. A questo dobbiamo aggiungere che in stato di forte carenza l'azienda non rinuncia alle solite pressioni commerciali fra gli operatori che non solo devono garantire il regolare servizio alla clientela ma devono  anche effettuare procedure e incombenze sempre più complesse, così come diventano complessi i servizi alla clientela e i prodotti offerti a questa».
 
Sempre più servizi - dice la Cisl - con sempre meno personale, al quale va aggiunta l'ultima grande difficoltà sopportata dai lavoratori, quando, nei giorni scorsi, un imprevisto ha bloccato per giornate intere la rete informatica degli uffici postali. «Ancora una volta è stato il senso di appartenenza, dedizione e responsabilità dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali a garantire i servizi che Poste Italiane dà alla collettività. I lavoratori si sono sobbarcati, oltre al forte disagio dovuto alla necessità di lavorare in emergenza, anche la necessità di compensare l'assenza di informazioni da parte delle strutture centrali aziendali, inventandosi spiegazioni plausibili per l'imprevisto, a difesa dell'azienda stessa».

Il livello di sopportazione dei lavoratori è ormai al limite e questo lo dimostra il documento che in questi giorni è stato redatto dalle Segreterie Regionali lombarde (ad esclusione della Cgil) per denunciare lo stato di forte criticità della nostra regione sia nel settore recapito che in quello degli uffici postali. «Speriamo – conclude Tancredi - che questo basti a fare in modo che l'azienda si attivi per trovare soluzioni a breve, altrimenti , come già in passato, toccherà alle organizzazioni sindacali esercitare la proprio competenza e responsabilità per dare una risposta al disagio dei lavoratori ed una prospettiva di sviluppo all'azienda Poste». 

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