Il tunisino armato di spada
non parla: condannato a un anno

Senza la sua spada giapponese, una katana, ha preferito non rispondere alle domande nel processo per direttissima, così non sappiamo cosa volesse fare il tunisino di 29 anni arrestato martedì a Castel Rozzone con la spada, estratta davanti a un agente.

Senza la sua spada giapponese, una katana, ha preferito non rispondere alle domande nel processo per direttissima, così non sappiamo cosa volesse fare il tunisino di 29 anni arrestato martedì a Castel Rozzone con la spada, estratta davanti a un agente.

L'arresto è stato convalidato per i reati di resistenza aggravata, violazione di domicilio e porto abusivo di armi e a R. T. è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere. L'extracomunitario è stato processato con rito abbreviato e condannato a un anno di reclusione e a 2 mila euro di ammenda per guida senza patente.

Il tunisino, in sella a uno scooter, era stato fermato martedì verso le 16 a Castel Rozzone dagli agenti di polizia locale per un normale controllo, ma l'extracomunitario era fuggito riuscendo a raggiungere Arcene. Qui la polizia era riuscita a tagliarli la strada e il tunisino era finito in un campo.

Ma non si era arreso e aveva estratto dal bauletto dello scooter, dove c'erano anche uno spray al peperoncino e uno sfollagente, la spada con la quale aveva minacciato un agente. Nel vedersi puntare contro la pistola, il tunisino - domiciliato nel Bresciano ma senza una fissa dimora - aveva preferito di nuovo la fuga, ma era stato rintracciato di nuovo a Castel Rozzone mentre, in mutande e disarmato, tentava di entrare in una casa per nascondersi. Ed era stato arrestato.

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