Orio, terroristi al check-in
Ma è soltanto un'esercitazione

Sono le 22 di mercoledì quando al check-in dell'aeroporto Caravaggio di Orio fanno irruzione tre terroristi, che sequestrano tre persone: le trattative durano mezz'ora e si concludono con la liberazione degli ostaggi. Si tratta soltanto di un'esercitazione antiterrorismo.

Sono le 22 di mercoledì sera quando al check-in dell'aeroporto Caravaggio di Orio fanno irruzione tre terroristi, che sequestrano due addetti dell'accettazione e un passeggero in coda: le trattative durano mezz'ora e si concludono con la liberazione degli ostaggi e l'arresto dei tre criminali.

Ma si tratta - naturalmente e fortunatamente - soltanto di un'esercitazione antiterrorismo. Annuncio bilingue dello speaker a parte, per avvertire tutti i passeggeri presenti nello scalo ed evitare così situazioni di panico, l'esercitazione viene gestita come una vera situazione di emergenza terroristica.

Unica differenza: lo scalo non viene interamente evacuato, come invece accadrebbe nella realtà. L'esercitazione impegna il personale della polizia di frontiera, gli artificieri, i cinofili, i vigili del fuoco, il personale dell'aeroporto, la Guardia di finanza, i carabinieri, la polizia locale e gli enti aeroportuali (Sacbo, Enac ed Enav).

Tre gli obiettivi da testare: l'efficacia del piano antiterrorismo (valido a Orio, ma anche nel resto d'Italia, e infatti l'iniziativa è stata disposta dal ministero dell'Interno), i tempi di reazione del dispositivo di sicurezza dello scalo orobico e il coordinamento tra gli enti aeroportuali e territoriali.

Tre aspetti fondamentali nella gestione di un eventuale attacco terroristico: le forze in campo hanno saputo gestire al meglio l'evento, il secondo del genere in tre mesi. Con la speranza che episodi del genere non si verifichino mai nella realtà.

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