Buone notizie: la zanzara tigre
batte in ritirata in molte zone

Dopo l'annus horribilis del 2010, la zanzara tigre è stata debellata. E se in alcuni casi ancora persiste, la strada intrapresa nella lotta contro sua propagazione in città sembra essere quella giusta. A dimostrarlo gli ultimi dati acquisiti dai rilevatori.

Dopo l'annus horribilis del 2010, la zanzara tigre è stata debellata. E se in alcuni casi ancora persiste, la strada intrapresa nella lotta contro sua propagazione in città sembra essere quella giusta. A dimostrarlo gli ultimi dati acquisiti dai rilevatori, ovitrappole posizionate su tutto il territorio provinciale, gestiti dal museo civico di Scienze naturali Caffi di Bergamo, in accordo con il Servizio igiene e sanità pubblica dell'Asl.

Nell'ultima rilevazione, che risale ai giorni scorsi, sono tante le zone a «quota zero uova»: Città Alta, Monterosso, Valtesse, piazzale Malpensata, piazza Matteotti, Redona, Villaggio degli sposi, Colognola, Campagnola, via Pradello e Boccaleone. Nella lista nera invece, oltre a via Serassi con 80 uova e Celadina con 78, spicca Grumello del Piano con 120.

«La zona è particolarmente sensibile - spiega Massimo Bandera, assessore all'Ecologia e alle Opere del Verde del Comune di Bergamo - perché l'ovitrappola si trova all'interno del polo tecnologico di A2a. Abbiamo già provveduto a diminuire la presenza di larve con appositi interventi».

Ad eccezione di questi singoli casi, quello raggiunto è un risultato importante, perché da quando la presenza della zanzara è stata rilevata nella Bergamasca (2006) è il primo anno che si registrano dati così positivi. «La situazione è sotto controllo - afferma Marco Valle, direttore del museo civico di Scienze naturali - e i dati sono positivi. Questi risultati sono il frutto dell'impegno di tutti i cittadini. Fino a qualche tempo fa il problema era ignoto, ma piano piano si sta ponendo rimedio».

Attenzione però, avvertono gli esperti, perché il peggio non è ancora passato: «Al momento ci troviamo nel periodo più delicato - spiega Marco Valle, direttore del museo di scienze -. L'attenzione è massima e con questi insetti è fondamentale non abbassare la guardia, perché con la temperatura attuale il ciclo di riproduzione è particolarmente rapido».

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