Val Brembana: frane e valanghe
Ci sono a rischio ben 396 aree

Dieci comuni e 12 situazioni considerate a maggiore rischio. A 24 anni dall'alluvione del 18 luglio 1987 in Valle Brembana resta ancora tanto da fare per la sicurezza di edifici e persone. Il territorio, da un punto di vista idrogeologico, è uno dei più critici.

Dieci comuni e 12 situazioni considerate a maggiore rischio. A 24 anni dall'alluvione del 18 luglio 1987 in Valle Brembana resta ancora tanto da fare per la sicurezza di edifici e persone. Il territorio, da un punto di vista idrogeologico, è uno dei più critici della nostra provincia. Una criticità che emerge dallo studio realizzato dalla Regione e frutto di un accordo con Comunità montana e Provincia.

Una dozzina gli interventi ritenuti dagli esperti come prioritari su ben 396 frane segnalate (oltre a 193 esondazioni e 197 valanghe): sono stati individuati a Bracca, Branzi, Brembilla, Foppolo, Isola di Fondra, Ornica, San Giovanni Bianco, San Pellegrino, Valleve e Vedeseta. Per un totale di sette milioni e 900 mila euro, per la maggior parte da finanziare.

E, forse, la frana più pericolosa, dovesse muoversi, è quella di Bracca. «Qui, nel 1888 - spiega Alberto Frassoni, che ha coordinato la ricerca per la Sede territoriale della Regione (ex Genio civile) - si staccò una frana che distrusse la frazione di Bruga e lesionò quella di Truchel. Ora la situazione del versante è molto simile a quella dell'epoca, solo che nell'area ci sono più abitazioni. In caso di riattivazione, quindi, il rischio per le persone sarebbe maggiore».

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