Rumore aereo, Linate condannata
Un lettore: Facciamo causa a Orio

Enac, ministero dei Trasporti e Sea sono stati condannati a risarcire con 750 mila euro le notti insonni e le spese per sistemi antirumore della gente di Segrate su cui vola il 90% degli aerei di Linate. Un lettore lancia la proposta di fare altrettanto per Orio.

Enac, ministero dei Trasporti e Sea - la società che gestisce Linate e Malpensa - sono stati condannati a risarcire con 750mila euro le notti insonni, le crisi d'ansia, lo stress, le spese per sistemi antirumore a 27 cittadini di Redecesio, il quartiere di Segrate su cui vola il 90 per cento degli aerei di Linate.

«Ho letto questa notizia - scrive il lettore Franco Ziliani - e mi sono chiesto se anche noi abitanti di Stezzano, dove risiedo, Azzano, Bergamo Campagnola e dintorni, che ci "godiamo" ogni giorno l'effetto dell'incredibile sviluppo dell'aerporto di Orio al Serio non possiamo fare altrettanto».

«Disturbati dal rumore - continua il lettore - lo rimarremo ugualmente, ma almeno un risarcimento anche per eventuali lavori fatti per applicare doppi vetri o altro sarebbe buona cosa».

Va aggiunto che il giudice che ha emesso la sentenza di condanna ha di fatto dichiarata «accertata» la «lesione dell'integrità psicofisica degli attori», e riconosciuto il «danno non patrimoniale» ai cittadini che hanno documentato con cartelle cliniche e diagnosi mediche lo stress e le crisi d'ansia, mentre ad altre famiglie verranno liquidate le spese per serramenti e climatizzatori. I danni alla salute hanno fatto impennare l'entità del risarcimento, stabiliti dal giudice — in base all'età dei ricorrenti e ai danni alla salute — da un minimo di 14mila euro fino a un massimo di 40mila. Complessivamente la cifra è pertanto di 751mila euro.

La notizia non è passata inosservata nemmeno a Camilla Colnago di Colognola, esponente del Comitato Aeroporto di Bergamo, che così commenta: «La sentenza che riguarda Linate è la prova che quanto raccontato da noi in questi lunghi anni non sono frottole. La salute è il bene più prezioso che abbiamo e va tutelata. Ci sono rischi grossi, soprattutto per le cosiddette fasce deboli, gli anziani e i bambini in primis».

«In questi ultimi tempi - aggiunge - abbiamo avuto il supporto di Legambiente che ci ha dato una mano nella nostra battaglia. Ci sono omissioni e atteggiamenti di indifferenza nei nostri confronti. Ad esempio a noi non risulta che ci sia una centralina fissa che rilevi l'inquinamento atmosferico in prossimità aeroporto. Abbiamo mandato diffide ad adempiere a sindaco e prefetto, ma non è accaduto nulla. Il problema è sottovalutato».

E quali sono state le vostre ultime mosse? «Lo scorso febbraio abbiamo inviato una denuncia al Tar di Brescia segnalando gli obblighi precisi imposti alla Sacbo. L'autorizzazione al piano di sviluppo è stata infatti data solo a precise condizioni, fra le quali un'indagine epidemiologica che a tutt'oggi non è mai iniziata. Confidiamo che il Tar abbia a cuore la nostra salute e confidiamo pure che la sentenza su Linate costituisca un precedente e - come si dice tecnicamente - faccia giurisprudenza».





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