Caritas: famiglie in crisi
Boom di aiuti ai nuovi poveri

Prima la cassa integrazione, poi la disoccupazione. A 55 anni, una vita da operaio non specializzato, non è facile trovare un lavoro. Ma a casa ci sono quattro figli dai 10 ai 17 anni e una moglie che ha accudito la famiglia per anni.

Prima la cassa integrazione, poi la disoccupazione. A 55 anni, una vita da operaio non specializzato, non è facile trovare un lavoro. Ma a casa ci sono quattro figli dai 10 ai 17 anni e una moglie che ha accudito la famiglia per anni. Per chiudere il mutuo della casa in alta valle mancano un paio d'anni di rate. Ma pesanti: 750 euro al mese. I conti non tornano più anche se la moglie si rimbocca le maniche e va a fare la stiratrice. Guadagna 750 euro e qualche altro centinaio entrano grazie agli assegni famigliari. Ma i conti continuano a non tornare: le bollette, la spesa, la scuola...

È così che la crisi economica ha bussato alle porte di tante famiglie, è entrata e non se n'è più andata. Ospite indesiderata e vorace della serenità e del futuro di molti bergamaschi a tal punto da costringerli a bussare alla Caritas. Magari dopo aver messo qualche pezza con i risparmi prosciugati delle famiglie di origine, prestiti contratti con le finanziarie, lavori in nero talvolta assai rischiosi.

L'Osservatorio delle povertà della Caritas diocesana bergamasca ha presentato nell'annuale Bilancio sociale dei dati allarmanti: in due anni, dall'esordio della crisi economica alla fine del 2010, le richieste di aiuto sono mediamente aumentate del 58%, e quelle dei bergamaschi in particolare addirittura del 66%. Dal 2008 le persone in cerca di aiuto sono passate da poco più di un migliaio (1.069 per l'esattezza) a 1.832. Di questi gli stranieri sono 1.366 mentre gli italiani 466. Il 45% di queste persone non si era mai rivolta prima alla rete dei Servizi Segno della Caritas.

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