Cava di Cappella Cantone (Cremona)
Il Tar: corretto l'operato della Regione

Il Tar di Brescia ha depositato lunedì 1° agosto le motivazioni che hanno indotto lo stesso a rigettare lo scorso 28 luglio il ricorso presentato da Lameri Cereals e Cise per richiedere la sospensiva del procedimento relativo al sito di stoccaggio controllato di rifiuti non pericolosi contenti amianto di Cappella Cantone (Cremona).

Secondo il Tar di Brescia «non sussistono per il momento i presupposti per concedere una misura cautelare sospensiva». «Tutti i passi procedimentali sono stati oggetto di valutazione da parte del Tar che ha considerato corretto l'operato della Regione sia per quanto riguarda le relazione fra Aia e Via, che per quanto concerne il Piano delle Cave. Il Tar ha sottolineato la necessità che le procedure siano correttamente svolte nell'interesse dell'ambiente e della salute umana e ciò attesta come prudente e attenta sia stata la valutazione del Giudice nel ritenere insussistente il lamentato pericolo di pregiudizio da parte dei ricorrenti», ha commentato l'avvocato Giancarlo Tanzarella, legale di Cavenord.

Avviato nel 2007, lo scrupoloso iter amministrativo seguito per la costruzione e gestione dell'impianto di stoccaggio controllato di rifiuti non pericolosi contenti amianto - in prevalenza materiali edili inerti contenenti amianto in matrici cementizie e/o resinoidi - da ubicarsi nel comune di Cappella Cantone (Cremona) vedrà ora come prossima tappa il completamento dell'opera di monitoraggio della falda da parte dell'Arpa previsto entro il mese di agosto e la Conferenza dei Servizi della Regione Lombardia convocata per il prossimo 25 agosto.

Il sito di stoccaggio monorifiuto previsto a Cappella Cantone, così come altri 5 siti, rientra nel Piano Regionale Amianto Lombardia (Pral) e contribuirà in maniera significativa al raggiungimento dell'obiettivo stabilito dalla Regione di una Lombardia libera da amianto entro il 2015. I materiali edili inerti che saranno conferiti al centro di stoccaggio di Cappella Cantone sono considerati dalla normativa Europea 2001/118/CE «rifiuti non pericolosi».

Il sito che sarà realizzato nel pieno rispetto della normativa Europea 2003/33/CE e della normativa regionale (DGR 30/11/2005 n° 8/1266) che regola questa tipologia di siti di stoccaggio, prevede il ricovero massimo di 261.000 metri cubi di materiali edili inerti rispetto ad una cubatura complessiva dell'impianto di 800.000 metri cubi.

Secondo un rapporto di Legambiente, in Lombardia ci sono 81 milioni di metri quadrati di materiale contenente amianto. Gli edifici pubblici costruiti con questo materiale sono 4.200 e più di 23.000 quelli privati. Per raggiungere l'obiettivo di una «Lombardia Amianto Free» entro il 2015, la Regione deve smaltire 600 mila metri cubi all'anno di materiali edili contenenti amianto. Ad oggi la Regione ha “risanato” circa il 18,5% degli edifici censiti.

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