Sulla bara bianca il suo casco
Chiuduno nel dolore per Stefano

«Stefano, il nostro è un saluto semplice, ma che vuole raccontare quanto è grande l'amicizia». Parla così don Luciano Colotti al funerale di Stefano Poloni, il sedicenne mortoschiacciato da un pesante scaffale in metallo a Grumello.

«Stefano, il nostro è un saluto semplice, ma che vuole raccontare quanto è grande l'amicizia». Parla così don Luciano Colotti, il parroco di Chiuduno, al funerale di Stefano Poloni, il sedicenne rimasto schiacciato giovedì scorso da un pesante scaffale in metallo a Grumello e morto per emorragia interna.

La chiesa del paese è stracolma: tantissima gente a anche alcuni malori provocati dal caldo e dalle troppe persone riunite nel dolore. Nelle prime file della chiesa sono riuniti i familiari di Stefano: la mamma e il papà con i cinque fratelli. Il piccolo Federico, il fratello minore, ha raggiunto prima delle esequie la bara bianca di Stefano e ci ha appoggiato il suo casco a cui il 16enne era affezionato data la sua passione per la motocross.

Tantissimi i giovani dentro e fuori la chiesa. Gli amici della motocross hanno portato al cimitero dove sarà sepolto Stefano la sua moto, in segno di ricordo e ultimo saluto al caro amico morto per una terribile fatalità. «Un grazie in questo momento di dolore - continua don Luciano Colotti - anche alla mamma di Stefano. Lei ha vegliato il ragazzo in questi giorni e ci ha insegnato come accogliere la sua morte». Fuori dalla chiesa gli striscioni degli amici: «Il tuo sorriso sarà il sole che illuminerà i nostri giorni più bui» si legge su uno di questi.

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