La storia della processione di Santa Caterina

Introdotta pochi anni dopo l'evento prodigioso del 18 agosto 1602, nel corso dei secoli la processione dell'Apparizione ha visto altre volte cambiare il suo percorso

Introdotta pochi anni dopo l'evento prodigioso del 18 agosto 1602, nel corso dei secoli la processione dell'Apparizione ha visto altre volte cambiare il suo percorso. Fra Otto-Novecento toccava via Santa Caterina, Accademia Carrara, via Santa Caterina, incrocio delle vie Suardi, Bronzetti e Corridoni.
Per motivi di traffico, negli ultimi decenni il percorso era contenuto in via Santa Caterina. Fin dai suoi esordi, nella processione viene portato il bellissimo simulacro dell'Addolorata, opera del 1606 di uno scultore rimasto ignoto, che lo eseguì dietro una precisa direttiva della popolazione, cioè raffigurare l'affresco protagonista dell'evento prodigioso. Tra il finire dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, il simulacro veniva portato ad anni alterni dai parrocchiani di Santa Caterina e di Redona, parrocchia molto legata alle feste dell'Apparizione.

Nel corso dei secoli la processione è stata soppressa soltanto per maltempo o epidemie, come nel 1855 quando Bergamo fu colpita da un'epidemia di colera. Negli anni Settanta del Novecento, epoca di contestazioni convulse e di corto respiro, da alcuni venne auspicata la soppressione della processione in nome di un irrealistico cristianesimo moderno e purificato. Fu il fortissimo sentimento popolare a opporsi. L'allora parroco monsignor Silvio Ceribelli, ma anche l'indimenticato monsignor Antonio Pesenti, amavano raccontare un episodio: un gruppo di buoni giovani della parrocchia contestò apertamente processione e luminarie, ritenendole superate. Partiti poi per la comunità di Taizé, con loro grande sorpresa all'arrivo si videro consegnare una candela accesa e invitati a recarsi in processione. Fu una lezione salutare, perché tornarono a casa convertiti al senso profondo della processione.

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