I rifiuti in arrivo dal Sud?
A Bergamo ci sono già

«I rifiuti del Sud? Arrivano già rifiuti da fuori provincia, e non si esclude nemmeno dal Mezzogiorno». È per questo, secondo Legambiente, che la polemica sollevata dalla Lega «non sta né in cielo né in terra».

«I rifiuti del Sud? A Bergamo arrivano già». È per questo, secondo Legambiente, che la polemica sollevata dalla Lega «non sta né in cielo né in terra». Nei giorni scorsi il capogruppo lumbard a Palafrizzoni Alberto Ribolla, con l'assessore comunale all'Ambiente Massimo Bandera, si era mosso «in maniera preventiva» – così ha detto – per evitare che la «monnezza» di Napoli e dintorni venisse smaltita negli impianti bergamaschi, in particolare in quello cittadino di via Goltara, gestito da A2a. Ma qui - sostiene il presidente dell'associazione ambientalista Nicola Cremaschi - «arrivano già rifiuti da fuori provincia, e non si esclude nemmeno dal Mezzogiorno».

I dati sfoderati sono quelli messi nero su bianco dalla Dichiarazione ambientale dell'allora Asm (ora A2a), «dalla quale si evince – cita i numeri Cremaschi – che in un anno l'impianto può arrivare a smaltire fino a 60 mila tonnellate di Cdr, di cui 13.606 provenienti dalla provincia, 49.291 da fuori (ovvero extra regione Lombardia). E solo bruciando questa quantità proveniente da altre province l'impianto di via Goltara sarà in grado di produrre il calore per il teleriscaldamento».

Una precisazione tecnica è d'obbligo: il Cdr non è il rifiuto solido urbano, bensì un combustibile derivato dalla lavorazione dei rifiuti solidi urbani (quelli cioé dei sacchi neri), che vengono essicati, raffinati (con l'eliminazione di metalli, vetro e acqua) fino a ottenere dei «lingotti» ad alto potere calorifico che vengono poi inceneriti. Ma la sostanza per Legambiente non cambia.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 10 agosto

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