Chiuduno e gli stipendi aumentati
La polemica non sbarca in Consiglio

Nel primo faccia a faccia tra maggioranza e opposizione, dopo le polemiche di questi giorni sull'aumento delle indennità dell'attuale amministrazione di Chiuduno targata Lega-Pdl, il clima è disteso. Nessuno scontro e nessun accenno al caso.

Nel primo faccia a faccia tra maggioranza e opposizione, dopo le polemiche di questi giorni sull'aumento delle indennità dell'attuale amministrazione di Chiuduno targata Lega-Pdl, il clima è disteso. Nessuno scontro e nessun accenno al caso di cui si sono occupati anche organi di informazione nazionale.

Nessuna polemica, nessun commento né riflessione: nel Consiglio di venerdì scorso si è discusso – e con toni civili – soltanto degli undici punti dell'ordine del giorno previsti, senza riferimenti a tagli ai servizi e costi della politica chiudunese.

Un Consiglio che ha quindi preferito evitare di aggiungere carne al fuoco a un argomento che ormai è sulla bocca di tutti dopo che la minoranza di «Insieme per Chiuduno» aveva avviato una polemica a suon di volantini e post su Facebook in cui accusava la giunta di Stefano Locatelli di essersi «triplicata gli stipendi con conseguenti tagli a servizi sociali e cultura».

Unico sintomo del ciclone che ha investito il paese in questi giorni, la presenza al Consiglio di un pubblico più numeroso del solito. Alle accuse mosse dal gruppo di Mauro Cinquini alla nuova amministrazione, Locatelli aveva controbattuto che «l'aumento degli stipendi era conseguente alla diversa composizione della sua giunta rispetto a quella precedente (lavoratori autonomi aventi diritto all'intera indennità e non più dipendenti a cui spetta solo il 50% della quota, ndr) e che il taglio dei costi non era sinonimo di tagli ai servizi».

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