Vacanze, niente esodo d'agosto
Lo rivela la raccolta rifiuti: alta

Poche, a volte sfortunate e nemmeno subito. La tendenza in tema di ferie è chiara: sempre meno. Se si vuole un termometro ancora più attendibile, basta un occhio ai numeri della raccolta rifiuti e tutto si chiarisce in maniera quasi scientifica.

Poche, a volte sfortunate e nemmeno subito. La tendenza in tema di ferie è ormai chiara: sempre meno, sempre più spalmate su un periodo lontano ormai dalla tradizionale quindicina d'agosto. La controprova? Una passeggiata per le vie cittadine che sono sì tranquille, ma non certo spopolate anche nella settimana più vacanziera dell'anno. Se poi si vuole un termometro ancora più attendibile, basta un occhio ai numeri della raccolta rifiuti e tutto si chiarisce in maniera quasi scientifica. Perché c'è poco da fare: più consumi, più spazzatura produci e più immondizia smaltisci. Una specie di pallottoliere. Che, nel 2011, segna, come già accade da qualche anno a questa parte, un andamento lineare, senza grandi oscillazioni tra un periodo e l'altro.

«Dal 2007 – spiega Renato Pennacchia, responsabile del settore movimento di Aprica, la municipalizzata che si occupa appunto dello smaltimento dei rifiuti – registriamo due dati particolarmente significativi. Il primo è, in generale, una riduzione della raccolta che corrisponde in maniera inequivocabile a una contrazione dei consumi legata alla crisi. Per capirci: dai 565 chilogrammi per anno pro capite del 2007 siamo passati ai circa 540 dello scorso anno. In secondo luogo, abbiamo notato un andamento della produzione di immondizia sempre più uniforme durante i dodici mesi dell'anno al punto che, anche ad agosto, storicamente il periodo più tranquillo, ci troviamo nella necessità di garantire un organico ben più elevato del solito».

Giusto per dare l'idea: mentre nel 2005 tra la prima settimana di maggio e la seconda di agosto i rifiuti passavano da 721 tonnellate a 502, quest'anno la differenza è ben più contenuta: da 618 a 515 tonnellate. Un indicatore legato a diversi fattori: la presenza in città di molti extracomunitari che in genere in ferie non ci vanno e se ci vanno scelgono periodi diversi dall'estate, un'abitudine sempre più diffusa a frammentare i periodi di riposo (le cosiddette vacanze «intelligenti» per intenderci) e una pratica ugualmente intelligente ma decisamente meno simpatica a non farle proprio le ferie per tamponare le difficoltà economiche.

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