Stefano, oggi l'autopsia
Sconvolti amici e colleghi

Sarà forse l'autopsia a chiarire la dinamica del dramma che è costata la vita a Stefano Belotti, il 32enne di Costa di Mezzate disperso domenica sera nel mare di Rimini e trovato cadavere all'alba di martedì mattina dagli uomini della Guardia Costiera.

Sarà forse l'autopsia a chiarire la dinamica del dramma che è costata la vita a Stefano Belotti, il 32enne di Costa di Mezzate disperso domenica sera nel mare di Rimini e trovato cadavere all'alba di martedì mattina dagli uomini della Guardia Costiera.

Stefano non sapeva nuotare e al mare restava sempre dove poteva toccare: potrebbe dunque essere stato anche un malore a fargli perdere i sensi e a farlo andare a fondo oppure un'onda improvvisa potrebbe averlo risucchiato e trascinato poi nella corrente.

Stefano Belotti abitava in via dei Chiosetti a Costa Mezzate con i genitori e le due sorelle più giovani. Martedì i familiari più stretti hanno trascorso la giornata a Rimini, chiamati dalle autorità subito dopo il triste ritrovamento. Genitori e parenti si sono comprensibilmente stretti nel dolore e nel silenzio.

Stefano lavorava come operaio nell'azienda di famiglia, a Bolgare, che si occupa di presse e macchine per la lavorazione del legno. Anche sul luogo di lavoro la notizia della sua morte ha lasciato sconvolti colleghi e amici. La data dei funerali non è stata ancora stabilita.

Il corpo di Stefano è ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria, e lo sarà almeno fino alla conclusione degli accertamenti autoptici (in programma forse oggi, mercoledì pomeriggio) a cura del medico legale Pierpaolo Balli. Quando il magistrato concederà il nulla osta, il corpo potrà essere riportato a Costa Mezzate, per l'ultimo saluto della comunità.

Secondo quanto comunicato dalla capitaneria di porto riminese, le prime sommarie verifiche portano a pensare a un decesso sopraggiunto per sindrome da annegamento. Resta da stabilire perché sia successo.

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