La burocrazia frena le scuole serali
«Regole rigide per le iscrizioni»

Volere andare a scuola e non potere per colpa (anche) della burocrazia. Succede ai corsi serali, dove decine di studenti rischiano di perdere l'anno a causa dei tetti di alunni per classe disposti dal ministero.

Volere andare a scuola e non potere per colpa (anche) della burocrazia. Succede ai corsi serali, dove decine di studenti rischiano di perdere l'anno a causa dei tetti di alunni per classe disposti dal ministero. «Al Vittorio Emanuele II una situazione d'emergenza causata da quattro allievi di quarta e uno studente ripetente di quinta che si sono iscritti a settembre è stata risolta grazie alla straordinaria collaborazione di tutti – racconta il vicepreside per il serale, Demetrio Polimeno – ma si tratta di un'eccezione dettata da un'insieme di particolari circostanze. Da quest'anno il rispetto delle date di iscrizione diventa tassativo».

Il punto è proprio questo: il Miur chiede alle scuole di comunicare il numero di iscritti (sul quale si basa il conteggio delle classi e degli insegnanti), alla fine dell'inverno. Entro il 31 agosto vanno aggiunte le iscrizioni dovute a trasferimenti di scuola o residenza. L'obbligo di iscriversi in anticipo per l'anno scolastico successivo vale per tutti, ma, mentre è prassi normale per gli studenti dei corsi diurni, non è mai stato osservato dall'utenza dei corsi serali, che per la loro composizione sociale (lavoratori, studenti del diurno che devono passare d'improvviso al serale, stranieri) hanno sempre continuato a iscriversi fino a ottobre-novembre. Nessun problema finché era possibile aggiungere organico e sdoppiare classi, un capestro ora che la normativa determina l'organico a giugno e aggiusta la situazione delle cattedre entro la fine di agosto. Inoltre occorrono almeno 25 studenti per formare una classe e le classi più numerose possono arrivare a 31 allievi.

«L'abitudine di ignorare le regole e iscriversi quando capita - sottolinea il dirigente del Vittorio Emanuele II, Pietro Fusco - ci è costata quest'anno il taglio di tre classi, da nove a sei, salvo poi ritrovarsi con una trentina di richieste che dobbiamo respingere». A volte sono i problemi economici a far rimandare l'iscrizione, ma in realtà ciò che si deve per legge alla scuola sono solo i 19 euro di tassa governativa. Se poi si decide di non frequentare, anche i 19 euro vengono restituiti. Inoltre, la scuola non può tenere il posto per gli allievi interni che non confermano in tempo, deve accettare tutti secondo l'ordine di iscrizione.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 16 settembre

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