I sindaci protestano
ma non quelli della Lega

Il diktat di Umberto Bossi funziona e lo sciopero dei sindaci, promosso giovedì dalla stessa associazione che li rappresenta, perde per strada i lumbard tanto in provincia quanto in città.

«Sono qui in veste istituzionale». Per capire che aria tiri a Palafrizzoni basta la dichiarazione del presidente del Consiglio comunale Guglielmo Redondi. È l'unico leghista presente, ma se non avesse il ruolo che ha, se ne sarebbe stato volentieri a casa.

Il diktat di Bossi funziona (le dimissioni di Attilio Fontana dai vertici dell'Anci lombarda sono lì a dimostrarlo) e lo sciopero dei sindaci, promosso giovedì dalla stessa associazione, perde per strada i lumbard tanto in provincia quanto in città. Trentacinque primi cittadini che si prendono la briga di scrivere al Prefetto per manifestare la propria adesione alla protesta – decisamente meno rispetto a quelli che avevano partecipato alla manifestazione di Milano la scorsa settimana – e a Bergamo, la riunione espressamente convocata sull'argomento, orfana dei consiglieri e degli assessori leghisti.

Franco Tentorio – che già nei giorni scorsi aveva espresso chiaramente la propria posizione e il sostegno all'iniziativa dell'Anci – non fa lo struzzo: «Auspico – dice - che la Lega ci ripensi e che le amministrazioni guidate dai lumbard tornino su posizioni critiche rispetto alla manovra. La situazione è difficile e la protesta è giusta. Agli enti locali si stanno chiedendo sacrifici insostenibili. Il rischio è che gli ulteriori tagli compromettano servizi per noi fondamentali come quelli alla persona e che l'inasprimento del patto di stabilità con la conseguente impossibilità di effettuare i pagamenti ai fornitori ci costringa a uno stop dei cantieri. Auspico, inoltre, che Attilio Fontana ci ripensi; senza di lui la posizione dell'Anci è più debole».

Scopo della riunione era anche quello di trovare un documento condiviso da sottoporre al Consiglio comunale lunedì prossimo, ma, l'assenza leghista, cambia un po' le carte in tavola.

Nel frattempo la minoranza ha fatta propria la bozza dell'Anci.

Di fatto giovedì – assicurano in Prefettura – interruzioni di servizio e disagi per i cittadini non ce ne sono stati. E la protesta? Così così: «Hanno aderito una cinquantina di amministrazioni – conferma Claudio Armati, presidente dell'Associazione Comuni bergamaschi – con una forte presenza in Val Brembana».

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