Ucciso dal fulmine: la saetta
non ha neppure sfiorato le piante

Nel punto del parco pubblico di Morengo dove sabato sera si è abbattuto il fulmine che ha ucciso Cristiano Toscano, ora c'è solo terriccio annerito. La potenza della saetta si è scaricata solo sullo sfortunato quarantenne milanese.

Nel punto del parco pubblico di Morengo dove sabato sera si è abbattuto il fulmine che ha ucciso Cristiano Toscano, ora c'è solo terriccio annerito. La potenza della saetta si è scaricata solo sullo sfortunato quarantenne milanese, senza interessare minimamente le due grandi piante poste a lato del tavolo in legno e della panca sulla quale l'uomo era seduto a fumare una sigaretta.

Incredule i frequentatori dell'Extra Caffè, il bar del parco comunale di via Papa Giovanni XXIII, presenti al momento della tragedia e fino a una decina di minuti prima intenti a parlare con l'operaio, ucciso poi dal fulmine.

Tra di loro Roberto Zacchi, 26 anni, originario di Morengo ma residente a Fornovo San Giovanni, collega di Cristiano Toscano all'Atm. Doveva ospitare a casa l'amico, che lavorava anche con suo padre Fabrizio.

«Conosceva da anni e molto bene mio papà mentre io avevo instaurato con lui un ottimo rapporto fin da quando nel maggio 2010 ero stato assunto. Avremmo dovuto radunarci con una decina di componenti della nostra squadra operativa dell'Atm per pranzare insieme – ha raccontato il 26enne – ecco anche perché Cristiano sarebbe restato a casa nostra a dormire».

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