Treni, si viaggia in carrozze chiuse
E' protesta, interviene la Polfer

Ancora pendolari furenti e carrozze chiuse sullo stesso treno. I passeggeri sono stati costretti a stiparsi nelle vetture rimaste aperte, gridando a gran voce la loro protesta e il loro sdegno. La vicenda sulla linea Milano-Venezia, che ferma a Romano e Treviglio.

Ancora pendolari furenti e carrozze chiuse sullo stesso treno dove le persone che sono state costrette a stiparsi nelle vetture rimaste aperte , gridando a gran voce la loro protesta e il loro sdegno. Sono i pendolari della linea Milano-Brescia-Venezia dove sono interessate le stazioni bergamasche di Treviglio e di Romano e dove la storia delle carrozze chiuse si ripete da un po' di tempo senza che nessuno dei gestori del servizio ferroviario intervenga a trovare una soluzione. I pendolari non vogliono più viaggiare come sardine in scatola.

Nel mirino delle proteste ancora una volta il treno 2107 che parte da Milano Centrale alle 17.25 per Venezia. Le carrozze vengono chiuse perchè manca il personale addetto alla scorta dei treni e c'è solo il capotreno che per regolamento non può controllare più di un certo numero di carrozze. Il treno 2107 è il più affollato in assoluto della linea Milano-Brescia-Venezia per quanto riguarda il flusso dei viaggiatori nel tornare a casa. Lunedì scorso il treno, come già accaduto pochi giorni fa, aveva ancora tre carrozze chiuse.

Il fatto ha scaldato gli animi dei pendolari interessati che si sono messi subito a protestare ad alta voce. Il convoglio con qualche minuto di ritardo è riuscito a partire, ma la situazione più critica è stata con l'arrivo a Milano Lambrate dove c'erano centinaia di persone in attesa. Il convoglio è arrivato già stracolmo. La sosta a Lambrate si è prolungata per alcuni minuti con la Polizia ferroviaria che è intervenuta per calmare gli animi più esasperati e per trovare una soluzione.

L'unico capotreno in servizio è stato subissato di invettive e di proteste da parte dei pendolari che hanno ricordato gli ultimi aumenti tariffari di biglietti e abbonamenti a fronte di un servizio che ha tante ombre e pochissime luci. Diversi pendolari non hanno potuto salire sul treno per mancanza di spazio fisico e sono rimasti a terra in attesa di poter utilizzare un convoglio successivo. Altri viaggiatori invece sono riusciti ad entrare nelle carrozze chiuse e si sono seduti. Per questi motivi il treno è poi arrivato a Brescia con oltre un quarto d'ora di ritardo.

«Vogliamo delle risposte specie per questo treno - ha detto Antonio Filippini pendolare della Milano-Brescia di lungo corso -, non c'interessa sapere se il treno è di Trenitalia o di Trenord, del Veneto o della Lombardia, devono smetterla di farci viaggiare così e trovare il personale per garantire tutte le carrozze aperte per i treni più affollati. La misura adesso è veramente colma».

Edmondo Varani

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