«Neutrini» più veloci della luce
Nella ricerca c'è un «pezzo» di Bergamo

C'è anche Bergamo nei laboratori nazionali di fisica nucleare del Gran Sasso, in Abruzzo, al centro di quella che si preannuncia come la più grande scoperta scientifica del terzo millennio: c'è qualcosa - i neutrini - che viaggia a una velocità superiore di quella della luce.

C'è anche Bergamo nei laboratori nazionali di fisica nucleare del Gran Sasso, in Abruzzo, al centro di quella che si preannuncia come la più grande scoperta scientifica del terzo millennio: c'è qualcosa - i neutrini - che viaggia a una velocità superiore di quella della luce.

Lo confermano tre anni di dati e cautela, che in questi giorni stanno uscendo allo scoperto. Domani la presentazione alla comunità scientifica internazionale al Cern di Ginevra, da dove sono stati lanciati i fasci di neutrini, lunedì a L'Aquila - nei laboratori dell'Infn (istituto nazionale di fisica nucleare) dove le particelle sono approdate a una velocità sorprendentemente superiore a quella della luce - la seconda presentazione di una scoperta sensazionale, tutta italiana.

E che, come dice Umberto Dosselli, lo scienziato di Lovere che è direttore dei Laboratori nazionali dell'Infn di Frascati, "potrebbe portare l'Italia dritta a Stoccolma", ovvero al premio Nobel per la fisica.

Bergamo, si diceva: nei laboratori del Gran Sasso, infatti, nel 1986 un'azienda di Grumello del Monte - la Projetman srl - ha realizzato tre gru ad arco che, dice con un sorriso il presidente Cesare Mangili, 75 anni, "nessun'altra azienda italiana voleva fare! Non erano mai state costruite gru ad arco da 40 tonnellate di portata. Le difficoltà tecniche erano elevate e ricordo bene quando al collaudo dell'impianto ci guardavano scuotendo la testa: "non reggerà".

Invece le gru sono ancora in funzione, per trasportare i grossi macchinari che costituiscono lo scheletro dei laboratori. Ricordo allora l'atmosfera febbrile che c'era nelle gallerie del Gran Sasso, dove si vedevano scienziati da tutto il mondo. Noi non capivamo bene che cosa si preparassero a cercare, parlavano di questi neutrini che per noi erano grandi sconosciuti. Peró quello è stato uno dei lavori in assoluto più interessanti della nostra azienda".

E dopo un quarto di secolo, ecco qui a che cosa serviva la caccia ai neutrini. A cambiare, forse per sempre, la fisica e la storia della nostra conoscenza dell'universo.

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