Inaugurata la sede del «Negri»
«Alla fine si cerca sempre l'uomo»

Il vescovo Beschi è intervenuto all'inaugurazione della nuova sede del Negri: «Il Vangelo si apre con la domanda di Gesù "che cosa cercate". Lo sviluppo della ricerca qualunque essa sia va in questa direzione. Alla fine ognuno cerca qualcosa di più di una cellula, cerca l'uomo».

Alberto Bombassei ha introdotto la cerimonia di inaugurazione (disertata dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini) del Centro Anna Maria Astori al Kilometro Rosso. Bombassei ha ricordato la felice coincidenza del 50° anniversario che cade proprio quest'anno sia per la Fondazione Mario Negri, sia per la Brembo. L'apertura del Centro Anna Maria Astori - ha sottolineato Alberto Bombassei - va nella stessa direzione in cui è nato il Kilometro Rosso. Un'aggregazione di aziende piccole ma di grande valore, come è tipico del sistema lombardo».

«Si deve seguire l'esempio dei paesi del Nord e quelli scandinavi in particolare, che mettono insieme le tante piccole realtà e riescono a sviluppare prodotti che da soli non si riuscirebbero a creare. In questo progetto è fondamentale la collaborazione con il mondo universitario, un investimento per il futuro dove non si investirà più nel manifatturiero tradizionale ma nello sviluppo di nuovi prodotti».

Bombassei ha sollecitato un intervento del pubblico in questo tipo di iniziative: «Voglio fare una lamentela. È vero che questa è un'iniziativa privata, ma potrebbe essere anche in parte pubblica. Vale la pena investire e farla crescere. La sanità non è solo un costo, ma una leva».

L'iniziativa dell'istituto Negri al Kilometro Rosso vuole rappresentare un'importante testimonianza: «Spostandoci al Kilometro Rosso - ha argomentato Giuseppe Remuzzi - abbiamo voluto dare testimonianza, facendo vedere ciò che siamo. La testimonianza dei 244 ragazzi che in vent'anni dall'estero sono venuti qui per imparare. Nel nostro caso si può parlare di una fuga di cervelli al contrario. Il bello però viene adesso. Dove troveremo i soldi per far lavorare questi ragazzi?».

Un ringraziamento è arrivato anche dal sindaco Franco Tentorio: «Un grazie di cuore per la realizzazione di questo luogo che va a favore della comunità bergamasca - ha commentato il primo cittadino -. Dobbiamo essere orgogliosi dei volontari che collaborano non solo all'interno di questo luogo ma in tutti i campi».

L'istituto Negri porta avanti da un ventennio una stretta collaborazione con gli Ospedali Riuniti di Bergamo: «I Riuniti hanno la grande opportunità di collaborare con l'Istituto Negri - ha spiegato Carlo Nicora, direttore generale dell'ospedale -. Della collaborazione voglio sottolineare il fatto di aver realizzato in modo concreto una comunicazione tra i ricercatori di base e i clinici, una cosa che non avviene molto spesso. Per me questo è diventato un valore perché l'interesse dei risultati raggiunti è solo dei malati. L'insieme delle due strutture è importante perché mette a disposizione le conoscenze ai giovani perché possano avere a disposizione dei maestri che hanno qualcosa da dire. Questo rappresenta uno stimolo per continuare».

Per l'occasione è intervenuto anche il vescovo di Bergamo Monsignor Francesco Beschi, che ha voluto condividere con i presenti il ricordo di una sua visita in una sede dell'istituto Negri: «In una mia visita - ha ricordato il Francesco Beschi - ho scoperto che al Mario Negri c'è il mondo, rappresentato da giovani di lingue e storie diverse ma accomunati da un obiettivo comune. La ricerca scientifica è anche ricerca spirituale, un fatto e un'attitudine spirituale».

Monsignor Beschi, dopo aver ricordato un passaggio del filosofo illuminista Lessing sulla ricerca della verità, ha concluso il suo intervento ricordando le parole del Vangelo di Giovanni: «Il Vangelo si apre con la domanda di Gesù "che cosa cercate" e si conclude con una domanda rivolta a Maria, "donna chi cerchi". In questi ambienti domande come queste si ripetono ogni giorno. Lo sviluppo della ricerca qualunque essa sia va in questa direzione. Alla fine ognuno cerca qualcosa di più di una cellula, cerca l'uomo».

Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Negri, ha voluto ringraziare tutti i donatori, dal più grande al più piccolo e ha risposto a chi ha riposto fiducia nell'istituto con la promessa di lavorare con il massimo impegno. La realizzazione del progetto ha richiesto 19milioni di euro: «Ringrazio tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questo progetto – ha rinarcato Garattini -. Voglio sottolineare la centralità dell'ammalato».

Durante il suo intervento Garattini ha evidenziato quanto il mondo della ricerca necessiti di un sostegno economico dallo Stato. Il professor Garattini ha voluto sottolineare il valore dei ricercatori italiani che, nonostante siano in pochi, lavorano molto bene rispetto alla media mondiale.

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