Val Venosta, 50 anni dopo
il ricordo degli Alpini

Uniti dallo spirito Alpino, nel ricordo della tragedia di 50 anni fa. C'era anche una delegazione Bergamasca alla cerimonia commemorativa che domenica 4 settembre, alle pendici del monte Piz Lat in Val di Roia presso il Passo Resia in Alta Val Venosta, ha ricordato a cinquant'anni di distanza la sciagura che il 3 febbraio del 1961 colpì gli Artiglieri della Brigata Orobica. Quel giorno una valanga travolse un gruppo di militari di leva.

Sotto la massa nevosa morirono in quattro: Giuseppe Leiter di Cadipietra (BZ), Pietro Metelli di Bornato (BS), Armido Rigon di Gallio (VI) e il bergamasco Giacinto Della Torre. Giacinto, all'epoca appena ventiduenne, era nato a Gandino, nella frazione di Cirano. Come i compagni faceva parte del Gruppo Vestone del 5° Rgt. Artiglieria da Montagna inquadrato nella Brigata Orobica. Si salvò soltanto Giovanni Savio, varesino, grazie allo zaino che affiorava dalla neve. A ricordo della tragedia due anni fa ha promosso a Pogliana di Bisuschio (VA) il restauro di una cappella dedicata al Sacro Cuore di Maria. In quell'occasione nacque l'idea di una commemorazione sul Piz Lat, ora realizzata e cui ha partecipato una folta delegazione degli alpini di Gandino, guidata dal sindaco Gustavo Maccari, dalla sorella di Giacinto Della Torre e da altri familiari ed amici.

“In occasione della visita in Alto Adige - spiega Paolo Moro, giovane Consigliere Sezionale di Gandino che ha coordinato l'iniziativa - abbiamo voluto visitare la cittadina di Glorenza che, con Malles, è stata sede del raduno degli Alpini del Battaglione Tirano, salendo poi ai 2010 mt. della Val d Roja per ricordare l'Artigliere nostro compaesano”.

Alla semplice ma sentita e partecipata cerimonia c'erano i familiari dei caduti, i gonfaloni comunali di Gandino e Cazzago San Martino, il vessillo della sezione di Brescia e una quindicina di gagliardetti in rappresentanza di Gruppi Alpini delle provincie di Varese, Bergamo, Brescia e Vicenza. Dopo un momento di preghiera sono stati deposti fiori e corone d'alloro ai piedi della lapide che ricorda il tragico evento. Sulla via del ritorno una parte della delegazione gandinese presente ha visitato anche il Sacrario Militare di Resia.

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