Bergamo, in 50anni di sviluppo
mangiati 37mila ettari di «verde»

Dal 1955 in Bergamasca sono fiorite le aree edificate e diminuite quelle agricole. La fotografia sull'uso del suolo in Lombardia negli ultimi 50 anni è incisa nel libro, realizzato dall'Ersaf, presentato giovedì.

Dal 1955 in Bergamasca sono fiorite le aree edificate e diminuite quelle agricole. La fotografia sull'uso del suolo in Lombardia negli ultimi 50 anni è incisa nel libro, realizzato dall'Ersaf, presentato giovedì durante la tavola rotonda con gli assessori regionali Daniele Belotti (Territorio e urbanistica), Alessandro Colucci (Sistemi verdi e paesaggio), Giulio De Capitani (Agricoltura) e il presidente di Ersaf Roberto Albetti.

Nello studio dell'Ente regionale per i servizi all'agricoltura, alle foreste e al territorio si legge che nel territorio bergamasco, pari a 274.963 ettari, tra i cambiamenti più significativi spunta la perdita di oltre 37 mila ettari di aree agricole dal 1955 al 2007. Che si traduce in un -32,41% (di cui meno 5,40 dal 1999 al 2007). Sopra la media regionale che si attesta a un saldo negativo del 21,09%.

Entrando nella zona agricola bergamasca si rileva che nel primo anno considerato gli ettari occupati erano 115.360, per scendere a 106.681 nel 1980, 82.429 nel 1999 e 77.976 nel 2007. Passando alle aree edificate – dove sono inserite le zone urbanizzate e gli insediamenti produttivi, i grandi impianti e le reti di comunicazione – si registra un progressivo aumento dei territori occupati. Nel 1955 la superficie era pari a 7.663, lievitando nel 1980 a 20.378, nel 1999 a 30.622, per estendersi a 33.289 ettari nel 2007. In cinquanta anni c'è stato un aumento del 334,41%.

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