I musulmani pregano in cortile
dopo il sigillo della sala-moschea

Circa duecento musulmani del Centro islamico si sono radunati per pregare venerdì 30 settembre verso le 13 nel cortile davanti allo stabile di via Carnovali 94, sigillato mercoledì dopo che la polizia locale aveva riscontrato irregolarità allertando la procura.

Circa duecento musulmani del Centro islamico si sono radunati per pregare venerdì 30 settembre verso le 13 nel cortile davanti allo stabile di via Carnovali 94, alla Malpensata, sigillato mercoledì dopo che la polizia locale aveva riscontrato irregolarità allertando la procura che ha appunto posto sotto sequestro lo stabile-capannone, sede addirittura di undici associazioni religiose.

Da tempo i residenti richiedevano all'Amministrazione di intervenire per dire stop al proliferare di associazioni nel capannone del quartiere. Al proprietario dello stabile viene contestata la mancanza di autorizzazione al fatto che all'interno siano stati allestiti luoghi di culto. La legge regionale del 2005 prevede espressamente che per un cambio di destinazione di un edificio a luogo di culto ci debba essere l'autorizzazione dell'Amministrazione cittadina.

Se manca si tratta di abuso edilizio, anche se non sono state realizzate nuove strutture (in realtà sembra che piccole variazioni ci siano comunque state). Il pm Giancarlo Mancusi ha fatto dunque mettere i sigilli allo stabile. Per sbloccare la situazione ci vorrebbe l'autorizzazione da parte del Comune che, peraltro, è tenuto a garantire le esigenze di culto: in via Carnovali 94 o in un'altra sede da individuare.

Intanto, però, i musulmani si sono ritrovati lo stesso a pregare, ma in cortile, sotto lo sguardo degli agenti della Digos che presidiavano l'area. Nessun problema, è stata un'adunata pacifica, c'è stato soltanto un momento di tensione quando un fedele si è adirato nel vedere fotocamere e videocamere.

Il rappresentante dei musulmani ha sottolineato che loro pagano profumatamente, si parla di 1.800 euro, l'affitto della sala, in pratica una piccola moschea, e che non è colpa loro se il proprietario, tra l'altro sempre irrintracciabile, non ha avvertito il Comune. Per tutelare le loro ragioni, i fedeli islamici si sono rivolti a un avvocato.

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