Bonate Sopra: famiglia intera
aggredita a colpi di catena

Un'aggressione a colpi di catena, pugni, schiaffi, spinte che non hanno risparmiato donne e minorenni. In manette è finito P. N., artigiano romeno di 28 anni residente a Mapello. In ospedale una famiglia intera di cinque persone, tra cui il padre invalido.

Un'aggressione a colpi di catena, pugni, schiaffi, spinte che non hanno risparmiato donne e minorenni. In manette è finito P. N., artigiano romeno di 28 anni residente a Mapello. In ospedale una famiglia intera di cinque persone, tra cui il padre invalido, che hanno rimediato ferite tra i 5 e i 20 giorni di prognosi. Tutto è partito da una banale lite con un camionista ubriaco, che per poco non si è trasformata in tragedia.

L'inizio: la lite con l'autista
L'episodio è avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Bonate Sopra, in via Trieste. Mancavano 10 minuti all'una quando quattro amici, tre diciassettenni e un diciottenne di Bonate Sopra, Mapello e Milano, hanno avuto un incidente. Una gomma della Punto su cui viaggiavano è scoppiata, così si sono fermati e sono scesi per cambiarla. In quel momento è arrivato un furgoncino a tutta velocità: uno dei diciassettenni ha fatto segno al conducente di rallentare, perché l'auto era ferma in mezzo alla strada. L'autista, un romeno visibilmente ubriaco, è sceso e ha tentato di schiaffeggiare il ragazzo, che è riuscito a parare i colpi. L'uomo è risalito sul furgone e ha cercato di investire i tre minorenni, che per tutta risposta lo hanno insultato.

La spedizione punitiva
Mentre i quattro amici erano ancora intenti a cambiare la gomma, il furgoncino è tornato in via Trieste: stavolta, oltre all'autista, c'erano anche cinque suoi connazionali, tutti ubriachi, uno dei quali, un energumeno di oltre cento chili, armato di catena. I sei romeni hanno circondato e aggredito i ragazzi. Le grida disperate hanno attirato i familiari di uno dei diciassettenni, che abitano a poca distanza: il fratello è subito arrivato in soccorso, ma è stato preso per il collo e picchiato con la catena. A questo punto è intervenuto il padre, invalido, che è stato preso a pugni in faccia: è stato ricoverato in Chirurgia al Policlinico di Ponte San Pietro con una prognosi di 20 giorni. Sono arrivate anche la mamma e la fidanzata del diciassettenne, che non sono state risparmiate dalla furia degli aggressori: la donna è stata colpita con la catena, la ragazza tirata per i capelli e gettata a terra. Uno dei ragazzi si è buttato sopra di lei per proteggerla ed è stato picchiato con la catena sulla schiena. Una scena di terrore degna del film di Kubrick «Arancia meccanica»: le urla hanno svegliato i vicini che hanno chiamato il 112.

L'intervento dei carabinieri
Fortunatamente una pattuglia dei carabinieri di Ponte San Pietro si trovava nelle vicinanze ed è arrivata in via Trieste nel giro di pochi minuti: non appena hanno visto le sirene, i romeni sono scappati. Cinque sono riusciti a fuggire mentre il sesto, quello con la catena, si è nascosto dietro un albero, ma è stato scoperto, disarmato e arrestato. A terra, feriti e doloranti, sono rimasti in cinque: padre, madre e i due figli di Bonate Sopra. Sono stati medicati al Policlinico di Ponte San Pietro e dimessi con prognosi tra i 5 e i 20 giorni: il padre è ancora ricoverato. Sotto choc e contusi gli altri ragazzi, i due diciassettenni e il diciottenne. Attraverso la targa del furgone, i carabinieri sono risaliti al proprietario e alla sua abitazione, che si trova a 200 metri di distanza: all'interno hanno trovato tre dei romeni che hanno partecipato all'aggressione e li hanno denunciati. Sono tutti artigiani.

Condanna a 6 mesi e 10 giorni
Ieri mattina P. N., difeso dall'avvocato Riccardo Tropea, è stato processato per direttissima davanti al giudice Massimiliano Magliacani e si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'arresto è stato convalidato con la misura cautelare dei domiciliari e il ventottenne si è offerto di risarcire il danno alle persone rimaste contuse con 5.000 euro complessivi. Con rito abbreviato il giudice lo ha condannato a sei mesi e 10 giorni di reclusione.

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