Bergamo, caccia in deroga a rischio
Lo Stato impugna la legge regionale

L'avvio della caccia in deroga in Bergamasca, risale a pochi giorni fa, ma sul provvedimento che la autorizza pende ora il rischio annullamento. Il governo ha infatti impugnato la legge con cui la Regione Lombardia aveva dato il via libera al prelievo di 5 specie migratorie protette.

L'avvio della caccia in deroga in Bergamasca, da calendario, risale a pochi giorni fa, ma sul provvedimento che la autorizza pende ora il rischio annullamento.

Il governo ha infatti impugnato la legge con cui la Regione Lombardia, a fine luglio, aveva dato il via libera al prelievo di cinque specie migratorie protette: storno, fringuello, peppola, pispola e frosone. Toccherà alla Corte costituzionale decidere se la norma potrà restare in vigore oppure no.

La stessa cosa era successa due anni fa: in quell'occasione, i giudici avevano dichiarato incostituzionale il provvedimento del Pirellone (il pronunciamento era però arrivato a stagione venatoria già conclusa). Non solo: a esprimersi contro la norma lombarda 2009, dichiarandola non conforme alla «Direttiva uccelli» comunitaria, era stata pure la Corte di giustizia europea. E ora, il rischio è di un bis su entrambi i fronti.

Dopo la «pausa» 2010, quando il Pirellone non aveva autorizzato le deroghe, la norma lombarda 2011 (che gli estensori definiscono «ben fatta e rispondente a tutte le obiezioni poste negli anni scorsi») torna ora infatti all'esame di quegli stessi tavoli. Per il governo, che l'ha impugnata, la legge «presenta profili di illegittimità, contrastando con la vigente normativa nazionale in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, per la quale lo Stato ha competenza esclusiva». Inoltre, sempre secondo l'impugnativa, nella norma regionale «non vengono adeguatamente motivate le ragioni che giustificano il ricorso alla deroga».

Leggi di più su L'Eco in edicola mercoledì 5 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA