Daverio al muro di via Autostrada
«Inutile, col bello si vive meglio»

«Onestamente non sono pronto a condannarlo subito, potrei dire che è anche troppo poco - Philippe Daverio commenta il muro di via Autostrada - se fosse una nuova porta di accesso e avesse la capacità di risanare gli interventi vicini».

«Dobbiamo avere il coraggio di dominare la nostra epoca». Lo dice Philippe Daverio che, a Bergamo per una conferenza, si è soffermato davanti al muro della discordia. Il critico d'arte, noto giornalista e conduttore televisivo, ha evidenziato altri piccoli «ecomostri» presenti lungo la strada che dà il benvenuto alla nostra città e ha quindi sottolineato: «Si può immaginare a questo punto una super porta d'accesso che faccia da cornice - ha detto Daverio - e che passi sopra la superstrada».

E Daverio sottolinea: «Non è sbagliato fare architettura moderna, solo che a questo punto bisognerebbe fare qualcosa che attraversi l'autostrada, buttando via questi capannoni, questi brutti tetti gialli per fare una casa esaltata e potente». E poi: «Onestamente non sono pronto a condannarlo subito, potrei dire che è anche troppo poco - continua - se fosse una nuova porta di accesso alla città  e avesse la capacità di risanare gli interventi vicini che sono poco belli. Se è invece solo un altro punto in più in un disordine preesistente, non va che ad aumentare il disordine».

«L'ambiente antropizzato è diventato al centro della nostro vivere - conclude il critico d'arte -. Noi siamo ciò che il nostro mondo è diventato nel corso degli anni. Nel bello e nel brutto. E se riusciamo a preservare il bello la nostra vita è sicuramente migliore: l'ambiente è l'ecosistema umano. È un concetto molto semplice ma non è facile da mettere in pratica: dovrebbe obbligare un Paese come è l'Italia a rimettersi in gioco».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 10 ottobre

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