Bergamasco il volontario dell'anno
Sarà premiato dal Capo dello Stato

Ce l'ha fatta. Dopo dieci anni di lavoro è riuscito a inaugurare Qalauma, il primo carcere minorile della Bolivia, a pochi chilometri da La Paz. Per lui questo è stato sicuramente il premio più bello di una vita dedicata a difendere i diritti umani degli ultimi: dai senza terra di Cochabamba durante le dittature di Banzer e di Mesa ai contadini del Perù ai tempi di Sendero Luminoso. È riuscito a strappare dall'inferno di San Pedro e Chochoncoro quasi 150 minori costretti a condividere il carcere con gli adulti in condizioni terribili.


Con il suo sguardo burbero e fulminante, il maglione pesante da campesino, Riccardo Giavarini, 56 anni, di Telgate, però il 5 dicembre riceverà dalle mani del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, un altro riconoscimento: il Premio del volontariato internazionale della Focsiv (la Federazione che riunisce gli organismi cristiani di servizio internazionale volontario).

Il premio, dedicato a quanti si contraddistinguono nell'impegno contro ogni forma di povertà ed esclusione e per l'affermazione della dignità e dei diritti di ogni donna e uomo, è il principale evento istituzionale della Federazione che cerca così ogni anno di portare l'attenzione su temi che toccano da vicino il mondo della cooperazione internazionale.

Da 36 anni Riccardo Giavarini è in Sudamerica: dopo aver frequentato il liceo classico in Seminario in Città Alta, grazie al curato, frequentò un corso di formazione a San Massimo a Verona. Poi nel febbraio del 1976 partì per la Bolivia dove visse nelle periferie di La Paz con don Giancarlo Pezzotta, nell'epoca della dittatura di Banzer.

Per tanti anni Giavarini è entrato tutte le settimane in carcere per stare vicino ai ragazzi e ha iniziato a dare vita a Qalauma, il primo carcere minorile della Bolivia. A febbraio, dopo dieci anni di lavoro, nella vicina provincia di El Alto, ha finalmente inaugurato la struttura che ospita 150 giovani con cui intraprendere un percorso di rieducazione. Realizzata dal Mlal, ha avuto i finanziamenti della diocesi di El Alto, della Cei, di Unicef, Caritas italiana, la ong spagnola Intervida, la ong tedesca Pan Para el Mundo, l'arcivescovado di Colonia, e la solidarietà spagnola e italiana e di tanti bergamaschi amici di Riccardo.

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