Lei voleva un figlio, ma lui no
Uccide la moglie a Colognola

«Ho fatto una cosa brutta, venite a prendermi». Si è concluso in tragedia un litigio in via Fermi, alla Colognola di Bergamo. Romina Acerbis, 28 anni, è stata strangolata e uccisa dal marito, Maurizio Ciccarelli. I due da qualche tempo non vivevano più insieme.

«Ho fatto una cosa brutta, venite a prendermi». Si è concluso in tragedia un litigio in via Fermi, alla Colognola di Bergamo. Romina Acerbis, 28 anni, è stata strangolata e uccisa dal marito, Maurizio Ciccarelli. I due da qualche tempo non vivevano più insieme.

Lui, venerdì sera alle 21, ha chiamato il 113 e ha confessato tutto: quando gli agenti si sono presentati aveva già la valigia pronta per andare in carcere.

La tragedia si è consumata nel pomeriggio di venerdì. Fra le 15 e le 16,30 Maurizio Ciccarelli - 48 anni, originario di Napoli e residente a Bergamo in via Ruspini - è uscito di casa e ha raggiunto la moglie in via Fermi. Poteva allontanarsi solo in quell'orario perché, accusato di un furto, era agli arresti domiciliari (per motivi di salute).

Nella casa dove la donna viveva con alcuni familiari - venerdì però assenti - si è consumato un nuovo litigio. Una discussione accessa durante la quale, alla fine, lui è esploso: il 48enne, in cucina, ha afferrato Romina Acerbis per la gola e ha stretto, finché lei non si è accasciata senza vita sul pavimento.

A quel punto l'uomo l'ha presa in braccio e l'ha distesa nel letto. Poi ha chiuso la porta ed è tornato a casa. Solo diopo dopo più di quattro ore si è convinto a chiamare la polizia. Le Volanti sono accorse in via Ruspini, poi altri agenti hanno raggiunto via Fermi, trovando il cadavere della donna.

Lei era morta, e sul collo presentava alcune escoriazioni. Per l'uomo sono scattate le manette ed è immediatamente finito in carcere con l'accusa di omicidio volontario.

Stando al racconto di lui - le indagini sono state affidate alla squadra mobile della Questura - alla base della tragedia ci sarebbe il desiderio di Romina Acerbis di avere un figlio, che però Maurizio Ciccarelli - che ha sempre svolto solo lavori saltuari - non voleva.

Lei, di professione operaia, nel 2010 lo aveva denunciato due volte, per litigi che erano degenerati: una prima volta lei era finita in ospedale con alcuni giorni di prognosi. Una seconda volta invece, dopo la lite e la seconda denuncia, lui l'aveva cacciata dalla casa di via Ruspini, dove entrambi all'inizio abitavano.

A Colognola sono arrivati gli uomini della Squadra mobile e della Scientifica per tutti i rilievi del caso su ordine del pm di turno, Letizia Ruggeri. La salma è stata trasferita nel cimitero cittadino, dove lunedì o al massimo martedì sarà eseguita l'autopsia. Di conseguenza la data dei funerali non è stata fissata.

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