Formigoni sul trasporto pubblico:
«Altri tagli sono inammissibili»

Formigoni suona il campanello d'allarme, lanciando un forte appello al Governo: con il 18 per cento del totale del mercato dei trasporti nazionale, la Lombardia deve continuare a garantire il trasporto pubblico.

«Dal punto di vista delle risorse pubbliche il contesto è critico: l'abbassamento del tetto di stabilità ha ridotto ulteriormente, rispetto a un'analoga manovra compiuta nel 2010, la possibilità di spesa delle Regioni, a cui si sono aggiunti i tagli dei trasferimenti soprattutto nel settore del Trasporto pubblico locale e, in particolare, sul ferro. È una situazione grave per una Regione come la Lombardia, che ha la più alta mobilità di persone e di merci». Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni torna a parlare dei tagli operati dal Governo al Trasporto pubblico locale: l'occasione è l'apertura a Milano di MobilityTech 2011, l'annuale appuntamento sul trasporto sostenibile a Palazzo Giureconsulti, partecipato anche dall'assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo.

DOBBIAMO LAVORARE SUI TAGLI - Formigoni suona il campanello d'allarme, lanciando un forte appello al Governo: con il 18 per cento del totale del mercato dei trasporti nazionale, la Lombardia deve continuare a garantire il trasporto pubblico. Il tavolo nazionale, aperto con il Governo, deve permettere di rivedere i tagli operati: "Non sono pessimista sull'esito delle trattative - ha confidato Formigoni -, ma in questo momento la trattativa non si è conclusa e, dunque, dobbiamo continuare a lavorare perché in questo settore non è possibile pensare a ulteriori tagli".

UE NON PENALIZZI LA LOMBARDIA - Non è solo all'Italia che il presidente si rivolge. C'è anche l'Unione europea, a cui la Lombardia chiede di dare vita a politiche "più ampie, che incentivino la ricerca e l'innovazione congiunta tra gli Stati membri, per migliorare il modo in cui a livello continentale produciamo e scambiamo l'energia e per condurre l'Europa verso un futuro di vera mobilità sostenibile". Non che l'Unione - rimarca - "non abbia fatto nulla. Chiediamo, però, un'attenzione alle peculiarità specifiche dei singoli territori, perché si possa concepire percorsi di progresso mirati, che non penalizzino chi si trova già ad affrontare situazioni complesse e che aiutino chi ha dimostrato di volere e di sapere pensare politiche virtuose".

SERVE UNA SVOLTA CULTURALE - L'affermazione della mobilità sostenibile sarà possibile alla condizione - ha concluso Formigoni - "che le istituzioni abbiano sempre di più dalla loro parte il movimento d'opinione dei cittadini, che capiscano che realizzare politiche virtuose nel campo dei trasporti è impossibile se al nostro sforzo non si accompagna la disponibilità all'iniziativa personale di milioni di persone". È un invito, questo, a "scegliere di passare dall'uso regolare, sempre e comunque, del proprio mezzo di trasporto privato a un uso privilegiato del mezzo di trasporto pubblico": "Sarebbe una svolta culturale. Milioni di gesti virtuosi compiuti da milioni di cittadini possono produrre un effetto positivo straordinariamente efficace".

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