Regolamentiamo la vista su Città Alta
Il Pdl chiede nuove regole

Perchè il caso di via Autostrada non si riverifichi. Il gruppo consigliare del Pdl a PalaFrizzoni ha presentato per il prossimo consiglio comunale un ordine del giorno per varare di nuovi strumenti regolamentari a tutela della visuale di Città Alta.

Perchè il caso di via Autostrada non si riverifichi. Il gruppo consigliare del Popolo della Libertà a Palazzo Frizzoni ha presentato all'ordine dei lavori del prossimo consiglio comunale del 7 novembre un ordine del giorno, condiviso anche dagli altri gruppi di maggioranza, per invitare la Giunta ad aderire alla richiesta, avanzata a fine settembre dalla Soprintendenza, per l'avvio di un lavoro congiunto finalizzato al varo di nuovi strumenti regolamentari a tutela della visuale di Città Alta.

«La richiesta della Soprintendenza – spiega il consigliere comunale del PDL Carlo Di Gregorio, firmatario dell'ordine del giorno insieme a Stefano Lorenzi e Giancarlo Barbieri – è stata inoltrata lo scorso 30 settembre a seguito del dibattito sorto a proposito del “muro” che avrebbe cancellato lo splendido panorama di Città Alta».

La preoccupazione della Soprintendenza non riguarda però solo l'edificio di via Autostrada ma anche futuri interventi edilizi che, operando in zone non protette dagli attuali strumenti urbanistici, potrebbero interferire sulla percezione visiva del prezioso patrimonio immateriale rappresentato dal profilo di Città Alta. Nuovi coni prospettici, dunque, potrebbero, secondo la Sovrintendenza ma anche secondo il gruppo consigliare del PDL, meglio tutelare il profilo di Città Alta ed evitare, nel futuro, il riproporsi di altri casi come quello di via Autostrada: «Quello di salvare il panorama di Città Alta è un imperativo irrinunciabile per la nostra amministrazione tanto più che obiettivo dichiarato dell'amministrazione Tentorio e del Pdl è riuscire a ottenere il riconoscimento Unesco delle nostre mura venete come Patrimonio dell'Umanità – afferma Di Gregorio –. Sarebbe davvero un controsenso richiedere, da una parte, il riconoscimento delle mura venete come Patrimonio dell'Umanità e, d'all'altra, non varare tutti gli strumenti urbanistici possibili e tutti i coni panoramici necessari per evitare altri casi come quello di via Autostrada, ovvero altre situazioni che depauperano culturalmente e, a ben guardare, anche economicamente, i nostri patrimoni immateriali proprio quando si chiede al mondo di riconoscerne il valore. Per questo, a nostro avviso, l'amministrazione comunale deve aderire alla richiesta della Soprintendenza di definire eventuali nuovi ambiti urbani di interesse paesaggistico, come ad esempio quello dell'asse della Trucca, finora rimasto miracolosamente indenne. È indispensabile, infatti, dotare con rapidità Bergamo di quegli strumenti urbanistici ed edilizi che, al termine del lavoro congiunto con la Sovrintendenza, potranno apparire idonei a preservare la visuale di Città Alta, evitando che, nel futuro, repentine varianti urbanistiche ne mettano a repentaglio la consistenza e consentendo, così, anche alle future generazioni di godere di un panorama mozzafiato ed inimitabile».

© RIPRODUZIONE RISERVATA