12enne morto investito dal tram
A Milano denunciata la trevigliese

Sarebbe già stata denunciata la giovane trevigliese - M. B. di 29 anni - che, aprendo la portiera della Toyota Yaris dove viaggiava, ha causato a Milano la caduta di Giacomo Scalmani, bambino di 12 anni, morto in bici investito da un tram.

Sarebbe già stata denunciata la giovane trevigliese che, aprendo la portiera della Toyota Yaris dove viaggiava, ha causato a Milano la caduta di Giacomo Scalmani, bambino di 12 anni che, in bici, è morto investito da un tram.

La ragazza, M.B. di 29 anni, sarebbe stata denunciata dalla polizia locale di Milano insieme al guidatore del tram mentre la procura di Milano ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e ha chiesto l'autopsia sul corpo di Giacomo. Il ragazzino era in sella alla sua bici e stava tornando a casa dall'oratorio, domenica intorno alle 21, quando è successo l'incidente.

Giacono stava pedalando quando ha superato un'auto in sosta, proprio la Toyota Yaris, ma proprio in quel momento M. B. ha aperto la portiera. Il dodicenne è stato così colpito o forse ha sbandato a sinistra finindo sotto il tram. Disperata la famiglia del ragazzo, non si dà pace neppure la ventinovenne di Treviglio che continua a ripetere di non aver visto la bici e il ragazzino.

Sulla tragedia si registra ora una presa di posizione dell'assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia Monica Rizzi. «La vita del piccolo Giacomo è un prezzo troppo alto – dice l'assessore -. Non doveva essere lui a pagare il mancato rispetto delle regole, la leggerezza e la disattenzione di chi quelle regole dovrebbe far rispettare, l'imbarbarimento dei costumi che sta trasformando le strade del capoluogo lombardo in una vera e propria giungla».
«Una morte inaccettabile - aggiunge Rizzi - perché evitabile. Di questi fatti terribili tutti, in primis le istituzioni, devono assumersi la responsabilità e adottare con urgenza i provvedimenti adeguati affinché non abbiano mai più a ripetersi. Dobbiamo tutelare i nostri ragazzi, proteggerli, prevenire queste tragedie migliorando i servizi, fornendo strutture e punendo in maniera esemplare comportamenti in palese violazione del codice stradale troppo spesso tollerati, come il parcheggio in doppia fila».

Gli inquirenti, ora, stanno valutando anche le posizioni di tutti coloro che avrebbero concorso al reato: il conducente del tram e la bergamasca in primis oltre al guidatore della Toyota Yaris su cui la 29enne era a bordo, in quanto avrebbe posteggiato irregolarmente, ma anche tutti i proprietari delle automobili parcheggiate in divieto di sosta e che, secondo le prime ricostruzioni, avrebbero in un certo qual modo costretto la Yaris a posteggiare in divieto.

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