Il caso «cieco», Gibellini (Inps-Cgil):
«Una storia simbolica e istruttiva»

Sulla vicenda del sessantottenne di Dalmine accusato di aver truffato l'Inps per aver percepito per anni, probabilmente senza averne il diritto, la pensione di invalidità totale e l'indennità di accompagnamento, interviene con la nota seguente Marcello Gibellini della segreteria Spi-Cgil di Bergamo e componente del Comitato Provinciale dell'Inps.

«Al di là del risultato finale delle perizie sul presunto "falso cieco" di Dalmine, questa vicenda mi sembra fortemente "simbolica" e "istruttiva": le forze dell'ordine sono intervenute a fare controlli, ispezioni, a girare video e scattare fotografie su richiesta dell'Inps di Bergamo a cui era giunta la segnalazione da parte di cittadino».

«Dunque, è importante sottolineare che quando viene fatta una segnalazione con nome e cognome, cioè non in forma anonima, il cittadino può confidare nel fatto che le istituzioni, in questo caso l'Inps, intervengono raggiungendo risultati e mettendo in moto un meccanismo virtuoso».

«Anche in quest'occasione, la segnalazione arrivata all'Inps circa otto mesi fa non è caduta nel nulla, ma ha portato a controlli interni e al coinvolgimento delle forze dell'ordine per le opportune verifiche che gli ispettori dell'Istituto Nazionale di Previdenza non possono svolgere».

«A dare l'avvio a questo processo è stato, comunque, un cittadino che ci ha "messo la propria faccia". Molto spesso ci lamentiamo di ciò che non funziona, perché gli altri "fanno i furbi". Per esempio, al bar non ci viene rilasciato lo scontrino fiscale o presso l'artigiano la fattura: se segnalassimo questi casi al 117 (cioè alla Guardia di Finanza) forse qualcosa potrebbe cambiare».

«Se continuiamo solo a brontolare e basta, di fatto diventiamo complici! Infine, sul tema dei falsi invalidi, la questione da ricordare è quella di sempre: vanno separati i deboli dai furbi. Ovviamente i deboli devono essere aiutati. I furbi, se accertati come tali, perseguiti e messi alla berlina, perché danneggiano tutti».

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