Falso cieco? Forse non è così falso
Il punto di vista di uno specialista

Il falso cieco potrebbe non essere così falso. La legge (381 del 1970 e 138 del 2001) definisce ciechi totali tre categorie. Il pensionato di Dalmine, affetto da corioretinite atrofica maculare binoculare, potrebbe ricadere nella categoria di ciechi civili.

Il falso cieco potrebbe non essere così falso. La legge (381 del 1970 e 138 del 2001) definisce infatti ciechi totali tre categorie di persone: «Coloro che sono colpiti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi; coloro che hanno la mera percezione dell'ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli occhi, oppure nell'occhio migliore e infine coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 3%».

Sono considerati ciechi civili le persone che, «a seguito di visita medica presso la competente Commissione sanitaria, siano riconosciuti affetti da cecità totale o abbiano un residuo visivo non superiore ad un ventesimo in entrambi gli occhi per causa congenita o contratta non dipendente dalla guerra, da infortunio sul lavoro o dal servizio».

Il pensionato di Dalmine, affetto da corioretinite atrofica maculare binoculare, potrebbe quindi ricadere nella categoria di ciechi civili con un residuo visivo non superiore a un ventesimo. «Non in grado di guidare o andare al cinema, per intenderci, ma capace di muoversi abbastanza bene in ambienti familiari, piantare un ombrellone in spiaggia o tagliare dei rami», spiega Stefano Zenoni, direttore dell'Unità operativa di oculistica degli Ospedali Riuniti.

«Esistono test molto sofisticati per verificare se questa persona è un simulatore – continua il medico – comunque ci sono persone con un residuo visivo di un cinquantesimo che riescono a orientarsi e muoversi, mantenendo un certo grado di funzionalità».

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